Che il mondo economico sia cambiato radicalmente e repentinamente è cosa nota, così com’è noto che insieme ad esso stiano cambiando i paradigmi che determinano il modo di affrontare i problemi e, insieme ad essi, il grande tema della gestione del personale, basti pensare che oramai diverse aziende stanno adottando orari flessibili e legati agli obbiettivi, stravolgendo quella modalità organizzativa basata su orari rigidi che durava da decenni. Il sociologo polacco scomparso un paio d’anni fa, Zygmunt Bauman, definiva questa una società liquida, un ambiente dove le certezze sono venute a mancare e l’insicurezza diventa preponderante con tutte le sue implicazioni. Sviluppando questo concetto, il mondo economico ha mutuato da quello militare un acronimo con cui descrive la situazione attuale: VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity).
Le nostre zone di confort sono sempre meno evidenti, i cambiamenti sono imprevedibili sia in termini di velocità e sia in termini di direzione, le sicurezze di oggi non saranno più quelle di domani ed ecco la Volatilità, siamo sollecitati da migliaia di informazioni che non sempre sono attendibili e quelle precedenti sono insufficienti, ecco l’incertezza, le relazioni sono sempre più interdipendenti e interconnesse, non è semplice ragionare solo come si faceva un tempo in termini di causa-effetto, ecco la Complessità, oltretutto non sappiamo bene esattamente cos’è buono e cosa non lo è per il nostro futuro, ciò che ci sembra corretto fare non sempre lo è e viceversa, ecco l’ambiguità.
In mezzo a questa confusione le persone sono, nella migliore delle ipotesi, spaesate, e insieme a loro i manager, i quali sono chiamati a dare risposte che non hanno e prendere decisori sulla base di informazioni insufficienti e mutevoli. Essere leader in questo mondo liquido ha necessità di sviluppare una forte capacità di visone per affrontare la Volatilità, avere una grande curiosità, voglia di capire e disponibilità a confrontarsi con i collaboratori per comprendere meglio le situazioni e affrontare l’Incertezza. La complessità la possiamo gestire sapendo uscire dagli schemi, ragionando in termini più allargati e aprendoci a nuovi punti di vista, dal momento che le situazioni non sono sempre comprensibili partendo da un semplice principio causale come avveniva in passato. In questo ambito gli errori sono informazioni da capire attentamente perché potranno contenere quel dato che ci aiuterà in futuro. L’ambiguità della realtà richiede una grande agilità di movimento, sapendo cambiare repentinamente direzione qualora la situazione lo richieda; una flessibilità da coltivare in noi stessi e nei nostri collaboratori.
La benzina di questa rivoluzione negli atteggiamenti è la creatività, un’abilità che dobbiamo preservare negli anni e che possiamo trovare anche nel confronto con quelli più giovani, sempre ammesso di essere ancora in grado di confrontarci con essi e di accettare punti di vista differenti e quindi scomodi per le nostre certezze. Se come leader ci stai troppo bene nella tua zona di confort vuol dire che ne sei già assuefatto, che hai perso il contatto con la realtà e che, nei casi più estremi, sarà già tardi per uscirne.