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L’internazionalizzazione d’impresa è un’opzione strategica rilevante sempre più scelta non solo dalle grandi realtà strutturate, ma anche dalle Pmi. Internazionalizzare significa avere la possibilità di ampliare il proprio mercato di riferimento anche all’estero, riducendo il rischio di vedersi sottratte quote di mercato sul territorio nazionale. La qualità del prodotto italiano resta ancora un elemento strategico di pregio per l’estero: le ricerche su Google legate al Made in Italy infatti crescono a doppia cifra ogni anno, eppure l’Italia utilizza ancora solo il 10% del suo potenziale digitale. La sfida per i prossimi anni sarà quindi approfondire ulteriormente la conoscenza di strumenti adeguati a promuovere la presenza all’estero. Tra questi, il digital marketing sta ormai rivoluzionando il modo di comunicare delle imprese, anche sui mercati internazionali: ha costi relativamente minori rispetto ad altri canali di marketing, consente di ottenere risultati monitorabili con precisione e di raggiungere ogni parte del mondo in modo istantaneo. Inoltre il digital marketing può sostenere l’impresa in tutto il percorso di internazionalizzazione, dall’analisi del mercato (per esempio tramite strumenti analitici come Google Trends), alla fase di campagna vera a propria (con campagne pay-per-click e social network). Per fare digital marketing non è però sufficiente tradurre il sito in più lingue, che è comunque uno dei fattori fondamentali, insieme a un piano editoriale social multilingua e campagne geolocalizzate ad hoc. Diventa invece fondamentale partire da una corretta digital strategy che consenta di identificare il target, definire gli obiettivi, selezionare i canali migliori, pianificare comunicazione e contenuti, definire un budget.

One Comment

  • Roberto ha detto:

    Consiglio il testo “Strategie web per i mercati esteri” di Gabriele Carboni, edito da Hoepli.