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Nuovi modelli organizzativi e una certa necessità ad avere tutto e subito, portano sempre più i gruppi di lavoro a confrontarsi sulla base di tempistiche e schemi che, anziché adattarsi alle nostre esigenze, risultano essi stessi il parametro a cui si conformano. Volenti o nolenti ci si deve confrontare con fenomeni nuovi, tra i quali la grande difficoltà a trovare il tempo adeguato per dialogare.
In questa condizione, alcune delle vittime sacrificali risultano essere quelle persone che non hanno ruoli apicali, ma che per la loro personalità, preparazione od esperienza esercitano (a volte inconsapevolmente) una leadership positiva, vera e spesso, ignorata dai vertici aziendali. Sono persone meno avvezze al personal branding con cui altri riescono ad emergere pur non avendo le stesse capacità, e questo li penalizza al punto da sparire nel marasma delle emergenze quotidiane pur essendo dei cardini delle nostre organizzazioni, sia come esempio di capacità e sia come esempio di personalità. Ritengo sia importante scovare queste persone e valorizzarne il talento, perché sono maglie della nostra organizzazione talmente forti da non spezzarsi nonostante siano gli ultimi ad avere riconoscimenti pubblici o privati nelle nostre vittorie. Come sappiamo bene non è il ruolo che determina la vera leadership, bensì quell’insieme di qualità umane e professionali che possiamo trovare in ogni reparto e in ogni livello dell’azienda.
La vera leadership, quindi, sta anche nell’abilità nel saper riconoscere i veri leader, non importa quanto siano nascosti, nell’andarli a scovare cercando il dialogo con tutti i livelli aziendali, perché se le nostre imprese vanno bene, è soprattutto merito loro, al di là del ruolo o del curriculum scolastico.