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L’industria finanziaria sta attraversando un periodo molto difficile ed incerto. Il 3 gennaio 2018 è entrata in vigore la Mifid 2, nonostante tuttora molte banche italiane non siano pronte a livello informatico ad applicare i provvedimenti attuativi. Tuttavia ha e avrà un impatto devastante su imprese finanziarie, promotori, consulenti e su tutti gli investitori.
Le parole chiave della Mifid 2 sono trasparenza (obbligo di indicare i costi di servizio) e product governance (obbligo ai soli intermediari di predeterminare il target dei clienti per i quali lo strumento finanziario risulta compatibile). Ogni intermediario sarà obbligato ad indicare se percepisce una percentuale di retrocessione e di che ammontare.
Gli intermediari dovranno fornire più informazioni al cliente, affinchè comprenda le caratteristiche del prodotto, per valutare che siano in linea con le proprie esigenze e con il proprio profilo di rischio.
Il questionario si dividerà in quattro macro aree d’interesse: conoscenza ed esperienza, situazione patrimoniale, obiettivi d’investimento e orizzonte temporale ed avversione al rischio. Partendo da alcuni quesiti di base, a seconda della risposta selezionata dal cliente, saranno sottoposte solo alcune domande consequenziali e specifiche, in modo da rendere più veloce, facile e personalizzata la compilazione.
Inoltre, per ogni prodotto proposto dovranno essere indicati prodotti simili confrontabili in termini di performances attese, benefici attesi ed asset allocation. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale riguardo la relazione tra investitore e mondo bancario e naturalmente cambieranno in maniera importante anche gli strumenti e le strategie utilizzati.