Skip to main content

Alessandro_GarlassiMolto spesso siamo spettatori, in azienda, di un conflitto, più o meno celato, tra due differenti mentalità manageriali: la prima orientata a vedere il business come elemento creativo frutto del talento dell’imprenditore che, prima di ogni altra cosa, immagina prodotti, servizi e raggiunge risultati e obiettivi grazie al proprio estro, intuito e passione. L’altra, per certi versi molto differente, che prevede, come elementi determinanti del successo dell’azienda, l’utilizzo di precise metodologie di processo e controllo gestione. La prima non consentirebbe efficienza, la seconda non produrrebbe innovazione.

Chi ha ragione? Quale approccio all’economia d’azienda è realmente vincente?

Pur non essendo facile dare una risposta univoca, è possibile delineare alcune linee guida che spiegano i comportamenti imprenditoriali vincenti sui mercati.

Non c’è dubbio che l’impresa nasca da un’idea e che il carburante nel proprio motore sia la passione: non esiste azienda vincente che non sia la creazione di qualcuno che l’abbia fatta nascere e che le abbia donato una precisa identità. D’altro canto, come qualsiasi elemento vivo, una volta nata, l’azienda per crescere ha necessità di una propria specifica educazione che le consenta di comportarsi in modo corretto ed economico. Non a caso, le aziende che crescono anche a livello internazionale, sono quelle che si dotano di processi organizzativi precisi e condivisi.

L’azienda moderna nasce ed innova attraverso le idee ma diventa grande grazie all’azione quotidiana, coordinata e continua di tutta l’organizzazione, che lavora in modo corale.

In conclusione è possibile asserire che, talento e controllo sono due facce della stessa gestione aziendale e che, anche se spesso messe in conflitto, è il loro allineamento e coordinamento che determina la crescita dell’impresa nelle sue diverse fasi evolutive, dalla nascita fino alla più spinta internazionalizzazione.