Oggi, con la stessa gioia che mi ha accompagnato lo scorso anno, proseguo, da queste pagine, il mio dialogo con i lettori di Imprenditori.
Per il 2011, mi piacerà approfondire con Voi il tema della competitività, che già è emerso nei precedenti interventi, condividendo, mano a mano, una panoramica di quelli che possiamo considerarne gli elementi determinanti e, soprattutto, i soggetti che, per naturale vocazione o umana determinazione, possono svolgere un ruolo motore. “Definiamo competitività l’insieme di istituzioni, politiche e fattori, che determinano il livello di produttività di un Paese. Il livello di produttività, a sua volta, stabilisce il livello umano sostenibile di prosperità che può essere ottenuto da un’economia. In altre parole, le economie più competitive tendono a produrre maggiori entrate per i loro cittadini. Il livello di produttività determina anche il rendimento degli investimenti. Poiché tale rendimento è il motore fondamentale del tasso di crescita di un’economia, un’economia più competitiva è un’economia capace di crescere più velocemente nel medio e lungo periodo.
Il concetto di competitività individua, dunque, componenti sia statiche sia dinamiche”(1).
A guidare produttività e competitività sono numerosi fattori(2), che sono stati raggruppati nei c.d. 12 pilastri della competitività economica:
1. Istituzioni;
2. Infrastrutture;
3. Ambiente Macroeconomico;
4. Salute ed Educazione Primaria;
5. Educazione Secondaria e Formazione;
6. Efficienza del Mercato dei Beni di Mercato;
7. Efficienza del Mercato del Lavoro;
8. Sviluppo del Mercato Finanziario;
9. Preparazione Tecnologica;
10. Dimensione del Mercato;
11. Business Sophistication;
12. Innovazione.
I 12 pilastri si fondano sulla libertà economica(3).
La libertà è indivisibile: la libertà economica è un diritto umano come il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà.
Nel solco della International Bill of Human Rights(4), nel 1986, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione sul Diritto allo Sviluppo, che riconosce che lo sviluppo è un complesso processo economico, sociale, culturale e politico, che ha come obiettivo il costante miglioramento del benessere dell’intera popolazione e dei singoli, sulla base della loro attiva, libera e fattiva partecipazione e nella equa distribuzione dei benefici. In questo inizio di 21mo secolo, l’umanità è chiamata ad affrontare rilevanti sfide per mantenere progresso economico e sociale.
Queste sfide enfatizzano ciò che gli avvocati sono per natura: motori di competitività.
Gli avvocati hanno potere: potere di sfidare l’ingiustizia, di cambiare la società, di aiutare coloro che hanno bisogno, di contribuire al durevole miglioramento delle nostre comunità e del nostro mondo.
Nelle parole di Dennis W. Archer(5), Presidente 2003 – 2004 dell’American Bar
Association (ABA), gli avvocati hanno il potere di “sanare”. Di correggere gli errori e assicurarsi che non si ripetano. Gli avvocati spesso aiutano le persone quando sono più vulnerabili. E’ allora che i nostri clienti hanno più bisogno di noi. E’ allora che siamo nella posizione migliore per “sanare”. Possiamo essere consulenti, consiglieri, solutori di problemi e persino pacificatori.
Come avvocati, lavoriamo per i nostri clienti, per il sistema della giustizia e per il maggior bene. Questa è la nostra missione e con questa missione possiamo cambiare il mondo. Molti avvocati lo hanno già fatto.
Nel corso della Storia, gli avvocati si sono fatti avanti in difesa di quel sistema di giustizia, che è corretto e hanno lavorato per cambiarlo, quando non era corretto o non proteggeva adeguatamente tutti i cittadini. Gli avvocati sanano in molti modi e lo fanno tutti i giorni, dando voce a chi non ha risorse, a chi è troppo giovane o troppo malato o troppo povero per difendersi. Aiutano le famiglie, i partners d’affari, le società commerciali a risolvere le differenze e trovare soluzioni ai problemi. Difendono i diritti persino dei più vituperati. Così facendo, sanano.
Portiamo giustizia e risoluzione a questioni che sembrano incredibilmente ingiuste e irrisolubili. Saniamo con il potere delle nostre parole, della nostra conoscenza, della nostra compassione. Nella parole di M. L. King, “il miglior potere è amore che sviluppa la domanda di giustizia.
La migliore giustizia è amore che corregge tutto ciò che è contro l’amore”. Comprendete, così, che per coloro che si oppongono alla giustizia, c’è motivo per denigrare la professione dell’avvocato: senza gli avvocati, la loro dedizione e la loro esperienza, molto del bene di questo mondo non si realizzerebbe.
(1) Così, The Global Competitiveness Report 2010 – 2011, © 2010 World Economic Forum
(2) Capire cosa stia dietro a questo processo occupa le menti degli economisti da centinaia di anni. Adam Smith, ad esempio, focalizza sulla specializzazione e sulla divisione del lavoro; gli economisti neoclassici enfatizzano il ruolo dell’investimento sul capitale fisico e sulle infrastrutture; più di recente, l’interesse si rivolge ad altri meccanismi, quali, fra gli altri, l’educazione e la formazione, il progresso tecnologico, la stabilità macroeconomica, il buon governo, sia pubblico sia privato, l’efficienza del mercato.
(3) Secondo la Heritage Foundation e il Wall Street Journal, 10 sono i fattori di Libertà Economica:
– Libertà d’Impresa;
– Libertà di Commercio;
– Libertà Monetaria;
– Government Size/Spending;
– Libertà Fiscale;
– Diritto di Proprierà;
– Libertà d’Investmento;
– Libertà Finanziaria;
– Libertà dalla Corruzione;
– Libertà di Lavoro.
(4) L’International Bill of Human Rights consiste della Universal Declaration of Human Rights del 1948 e delle due International Covenants on Economic, Social and Cultural Rights, and Civil and Political Rights del 1966.
(5) V.: Dennis W. Archer Speech come Presidente 2004 American Bar Association al Meeting Annuale della North Carolina Bar Association.