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La crisi economica attuale ha cambiato il mondo. E lo ha cambiato strutturalmente perchè ha messo profondamente in crisi il capitalismo moderno che ha utilizzato impropriamente lo strumento finanziario per indebitare il mercato pubblico e privato. Oggi, guardandoci indietro, ci pare inevitabile ciò che è successo: in una realtà in cui la politica finanziaria ha sistematicamente indebitato il mondo dell’economia reale, basandosi su una logica speculativa ben lontana da quella di Main Street, non si poteva che arrivare al tracollo e alla messa in discussione dell’intero sistema. Come sempre illuminante e profetico Zygmunt Bauman con il suo “Società liquida” aveva ben teorizzato il modello e la sua fine. Il tipo di cambiamento innescato dalla crisi al quale mi riferisco è di tipo culturale. è vero che la crisi ha diminuito i consumi, ma è altrettanto vero che ha contribuito ad accelerare un processo evolutivo che era già in atto nella società civile e che riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie: quelle stesse nuove tecnologie che permettono alle persone di ampliare le proprie libertà individuali, per diventare protagoniste del mercato e determinarne le sorti.

Oggi infatti l’“individuo consumatore” è maggiormente in grado di interagire con produttori di tutto il mondo, contribuendo attivamente e direttamente alla creazione di un prodotto sempre più personalizzato e meno costoso, ed entrando nella filiera produttiva con maggior peso rispetto a prima. Questo modo di agire, entrando direttamente in rete e procurandosi i prodotti, commentando brand e soluzioni, suggerendo modifiche e socializzando con persone di tutto il mondo, sta cambiando non solo i comportamenti delle persone, ma anche il loro modo di pensare. Se nel “mondo reale” abbiamo un’opinione magari poco condivisa, in rete possiamo creare una nicchia di consumatori che condividono quell’idea e quell’opinione e diventare una leva fondamentale per lo sviluppo del prodotto.

Gli imprenditori italiani (temo…) non hanno ancora capito che è assolutamente necessario comprendere questa rivoluzione culturale per uscire dalla crisi. Non si è ancora capito che le crisi del passato non hanno nulla di simile rispetto a quella attuale. Oggi queste nicchie di mercato intercettabili attraverso internet sono la vera ricchezza: le singole persone sparpagliate nel mondo sono un mercato più florido e fruttuoso dei target tradizionali intercettabili secondo criteri puramente geografici. E questo vale sia se si lavora in logiche business-to-business sia business-to-consumer. Le persone sono più consapevoli di un tempo e hanno tutti gli strumenti per avere un peso specifico importante sul mercato. Non sono pochi i prodotti “distrutti” da una cattiva reputazione su internet o quelli che sono diventati un successo grazie alla comunità della rete. Per diventare attori del cambiamento è necessario comunicare, aderire ai nuovi strumenti, adottare linguaggi adatti al mezzo e allo scopo, creare valore, essere interattivi e aperti al confronto, rischiare, investire su ogni singolo individuo.
E non è più tempo di aspettare…