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Tra gli effetti economici generati dalla pandemia ne esiste uno con il quale dovremo convivere molto a lungo: il forte incremento generalizzato del debito pubblico nei paesi industrializzati.
Analizzando il solo ambito europeo, la BCE per contrastare lo shock economico determinato dal virus è intervenuta sul mercato comprando titoli per un totale di circa di 8.000 miliardi. L’enorme immissione e distribuzione di denaro, definito helicopter money, ha sanato il problema del blocco della circolazione della moneta, portando liquidità direttamente all’economia reale. Quest’ultima, insieme alle politiche fiscali degli Stati ha prodotto livelli di debito pubblico elevatissimi in quasi tutto il continente. Stampare moneta ed aumentare la velocità di circolazione della stessa, ha permesso alle economie di ripartire con tassi di crescita fortissimi, accompagnati tuttavia dal risveglio di quello che è definito il principale ladro di ricchezza per tutti noi: l’inflazione.
L’esplosione dei prezzi è il sintomo di un’economia che ha ripreso a pieno ritmo, ingorda di energia, di materie prime, di microchip e di tutto ciò che serve a far circolare beni e servizi. Per la prima volta nella sua storia, questo scoppio, questo ladro, non è però percepito dalla Banca Centrale come una figura cattiva, tutt’altro. La BCE, adottando una nuova strategia attraverso la quale punta a privilegiare la piena occupazione, vive l’attuale fiammata come un fenomeno buono, avvertendo che non andrà ad intaccare le aspettative di inflazione salariale e di conseguenza l’inflazione di lungo periodo. Prezzi che crescono abbondantemente sopra al target del 2% non stanno facendo e non faranno squillare nessun campanello d’allarme, con i tassi che rimarranno, per ora, abbondantemente a livelli sotto allo zero e quando inizieranno a rialzarsi, il movimento sarà presumibilmente molto graduale. “La crescita dei prezzi è temporanea e sotto controllo” quest’ultima è la frase che più frequentemente esce dal palazzo che si affaccia sulle rive del Meno.
Essendo il debito espresso in valore nominale, attraverso l’inflazione il suo valore reale viene eroso nel tempo con maggiore rapidità, permettendo un allontanamento da livelli altamente preoccupanti e facendo tirare sospiri di sollievo a molti governi, sorge così il sospetto che questo ladro giochi a favore delle politiche fiscali degli Stati membri.
Per quanto tempo la Bce continuerà a gestire i problemi di politica fiscale post pandemia al posto dei Paesi membri? Ancora non è dato saperlo, la dominanza fiscale della politica monetaria non potrà sicuramente essere eterna. La speranza è che l’attuale inflazione sia davvero solo temporanea e non sia come cita Wen Jiabao “come una tigre… che una volta uscita dalla gabbia è molto difficile convincerla a rientrarvi”. Solo i prossimi mesi ci permetteranno di conoscerne l’evoluzione; l’Europa che vive a traino delle economie di USA e Cina si ritrova ancora in una fase del ciclo economico in forte accelerazione rispetto ai due giganti del pianeta che stanno invece vivendo un rallentamento del loro tasso di crescita.
Quest’ultimo fattore potrebbe essere d’aiuto per raffreddare la salita dei prezzi dei beni e dei servizi, raffreddamento che aiuterebbe le Banche Centrali, nel caso in cui i valori inflativi rimanessero intorno al 2%, a non dover intervenire ancora per molto tempo sul fronte dei tassi, aiutando il riassorbimento dell’eccesso di debito che si è generato. L’equilibrio è fragile e le distorsioni del ciclo economico ben evidenti.