di Letizia Davoli, amministratore delegato di C.F.B. Srl
La questione per un imprenditore è: a cosa serve la Compliance?
Per compliance si intende un insieme di regole che l’azienda decide di adottare per funzionare meglio.
Un’azienda può essere più competitiva aderendo volontariamente ad una serie di regole etiche e di principi comportamentali che ne orientano la gestione, attuando così la c.d. Compliance.
Un manager americano, Kit Dollard, ha di fatto parlato di compliance applicando la regola benedettina “Doing business with Benedict”.
Mai avrebbe pensato che un ruolo fondamentale sarebbe stato giocato dal D.Lgs. 231/2001 che ha introdotto in Italia la responsabilità da reato delle aziende.
Qualora un lavoratore o collaboratore dell’azienda commetta un reato nell’interesse o vantaggio della stessa, questa ne può rispondere con sanzioni economiche e interdittive, oltre a subire danni a livello reputazionale.
La responsabilità 231 deriva da una colpa organizzativa: l’azienda viene dichiarata responsabile perché non si è saputa concretamente organizzare per la prevenzione di reati.
Cosa deve fare quindi per evitare un procedimento penale ai sensi del 231? Innanzitutto adottare un Modello Organizzativo e Gestionale, ossia una serie di regole e procedure comportamentali adeguate a prevenire i reati connessi nello svolgimento delle attività e delle funzioni aziendali. Quindi nominare un Organismo di Vigilanza (OdV) che ne verifichi l’efficace ed effettiva attuazione.
Un efficace sistema 231 passa soprattutto dall’attività dell’OdV, che si è rivelato un interlocutore di riferimento anche nel corso dell’attuale pandemia.
Da ultimo, l’introduzione dei reati tributari all’interno del D.Lgs. 231/01 rappresenta una nuova sfida che l’impresa può affrontare con il sistema 231.