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Quando si pensa ad un’analisi moderna dei dati, nell’epoca dell’industria 4.0 e dei big data, si ha la tendenza ad immaginare un sistema che intercetti il maggior numero di record digitali possibili, prodotti da ciascun attore, in ogni possibile processo di valore, mettendo a disposizione del controllo di gestione tutte le evidenze possibili per costruire i propri indicatori di risultato.
Al contrario, però, un sistema di controllo si considera davvero efficiente solo quando è snello e semplice, costruito in modo da evitare elaborazione di dati eccessive e complesse in riferimento alle reali necessità o richieste della direzione.
Se è vero che le nuove tecnologie, dalla Business Intelligence alla predictive analysis, forniscono una formidabile opportunità di lavoro su grandi masse di dati digitali, questo non significa che si debba abdicare alla corretta progettazione del sistema di controllo che, invece, risulta sempre decisiva per definire gli obiettivi di performance da mettere sotto osservazione, in linea con la strategia ed la visione imprenditoriale.
Il risultato di questa strana contraddizione è l ‘emergere di una nuova figura professionale in grado di coniugare contenuti tradizionali di gestione aziendale con quella della conoscenza tecnologica, sia in ambito di struttura dei database che in quello di reporting e data visualization.
Più gli strumenti tecnologici diventano potenti e veloci, più chi la guida deve essere preparato e competente, capace di individuare fonti dati precise, evitando dispersioni di tempo e denaro inutili.