di Davide Caiti
Google ci spia. Sono tantissime le informazioni che concorrono a determinare i cosiddetti fattori di ranking, in base ai quali Google attribuisce un punteggio a ciascun contenuto web: più alto è il punteggio, più il contenuto si posizionerà in alto nei risultati di una ricerca. Quali siano nello specifico questi fattori non è dato sapere, perché Google ha un brevetto sull’algoritmo con cui cataloga i contenuti e assegna una valutazione. Alcune cose però sono ormai universalmente riconosciute: i fattori tecnici on-page (la velocità del sito o la scelta di avere una versione mobile o responsive), i backlink da altri siti, e il contenuto (quantità di testo, immagini e video) sono da considerare prerequisiti irrinunciabili per un buon posizionamento nelle serp di Google.
Una cosa in più, molto interessante, ce la dice lo studio Ranking Factors di Searchmetrics, dal quale emerge che tra i primi dieci fattori di ranking, analizzati per indice di correlazione con il buon posizionamento nella pagina dei risultati di Google, ben sei corrispondono a segnali sociali. Nella classifica troviamo infatti like, condivisioni, commenti, tweet, +1 e pin, ovvero tutti i modi in cui gli utenti dei social network si possono esprimere riguardo un determinato contenuto. In altre parole, più un contenuto è commentato e condiviso, e meglio sarà posizionato in una serp Pokies. Google, infatti, ragiona sui numeri: se un nostro contenuto su Facebook è condiviso da dieci persone, significa che è pubblicato su dieci bacheche diverse, dove potrà essere commentato e condiviso dalla cerchia degli amici dei nostri amici, in una dinamica che allarga potenzialmente all’inifinito la portata di link e visualizzazioni.
Stessi risultati, ma con un’osservazione non irrilevante, emergono dallo studio di SEOmoz: i segnali sociali sono tra i fattori a più alta correlazione, con GooglePlus che si posiziona nettamente davanti a Facebook. È chiaro infatti che sul social di sua proprietà, Google è in grado di interpretare, misurare e ordinare ogni tipo di contenuto, attribuendo a questo social un enorme potere di ranking rispetto a tutti gli altri. Non a caso è passato nel giro di un anno al primo posto tra i fattori di posizionamento valutati. Pare che Google indicizzi i contenuti sul suo social considerando i link come link juice (letteralmente, succo di link) tanto migliore quanto è concentrato.
Questi studi sono l’ennesima conferma di quello che è nell’intuizione di molti addetti ai lavori già da tempo: è indispensabile capire e coinvolgere il proprio pubblico e le communities, coccolandoli con contenuti davvero interessanti e di rilievo. Solo così i post della nostra pagina verrano condivisi e diffusi nella rete, e finiranno per migliorare anche la nostra posizione nel ranking di Google.