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Opinioni

Non chiudete a chiave le vostre ricette

Di 21/05/2012Marzo 15th, 2023No Comments

Antonella (Clerici) e Benedetta (Parodi) non fanno altro che propinarci le loro ricette. E con loro, una schiera di cuochi di comprovata esperienza che compaiono in tv a ogni ora del giorno e della notte, pronti a solleticarci il palato e a dirci che anche noi possiamo essere bravi e fantasiosi come loro (mentono sapendo di mentire?). Ebbene, sembra che questi chef siano gli unici rimasti a voler trasmettere la loro esperienza a chi ha voglia di ascoltarli.
In passato non era così: la stessa parola ricetta aveva un significato ben più ampio, e indicava la spiegazione di qualsiasi procedimento nei più disparati campi della conoscenza. Ogni bottega artigiana aveva un libro dove si annotavano tutti i segreti del mestiere, che venivano tramandati di generazione in generazione. Chi sapeva, educava.

Oggi, tutto questo sembra un ricordo lontano. I ricettari assomigliano a diari segreti, chiusi con lucchetti inviolabili. Chi vuole imparare, non ha basi dalle quali iniziare a sperimentare la propria ricetta, nel tentativo di azzeccare quale sia l’ingrediente segreto che rende perfetta la pietanza.
Quasi tutti hanno bisogno di una guida e di tempo per sbagliare e riprovare, fino a trovare un proprio modo di fare.
E invece viviamo circondati da tuttologi, mostri di teoria abilissimi nel vendersi come esperti ma incapaci di adattare ciò che sanno al mondo reale. “Non abbiamo la ricetta…”, sentiamo dire in continuazione, e a questo prologo segue quasi sempre uno sconfortante “…per uscire dalla crisi”.

Sia chiaro: nemmeno noi abbiamo soluzioni facili in tasca, né certezze. Quello che possiamo limitarci a fare è raccontarvi le storie di chi sta provando a percorrere strade alternative, facendosi guidare in avanti da una curiosità famelica e contagiosa.
Siamo tutti in cerca di ricette da applicare per uscire dal grigio che ci attraversa. Le persone di cui vi raccontiamo in questo numero hanno trovato le loro, o almeno ci hanno provato. Forse la chiave è tutta qui: nel provarci, almeno. Buona lettura.