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Opinioni

Il vero volto delle maestranze

Di 25/05/2010Marzo 15th, 2023No Comments

E’ una tranquilla domenica pomeriggio e sono al Teatro Valli per la rappresentazione, tanto ambita ed attesa, del musical Cats. Teatro gremito. Occupo insieme alle mie due amiche il palco a noi assegnato e prenotato tempo fa tramite abbonamento (non si trova più un biglietto da mesi). Poco dopo si aggiunge a noi, nell’unico posto rimasto libero, un ragazzo. Con molto garbo chiede di potersi posizionare in modo tale da poter controllare, anche solo con lo sguardo, altre persone rimaste in platea. Scopro così che si tratta di un operatore volontario che ha accompagnato a teatro – e pagando regolarmente il biglietto – alcuni ragazzi diversamente abili dai quali, non essendovi più posti a disposizione, lui e gli altri suoi colleghi si sono dovuti separare.

Il palco vicino a noi, invece è vuoto (e non è la prima volta), e mi chiedo come sia possibile. Mi spiegano che si tratta del palco riservato alle maestranze della Provincia ed è chiuso a chiave per garantire loro il diritto di arrivare anche a rappresentazione già iniziata. (Di norma infatti i palchi rimangono aperti perchè, nel caso siano vuoti, chiunque può entrare prima al secondo atto ed occupare il posto). Va bene, penso, ben vengano riservatezza e riverenza alle maestranze. Ma quando – e se – si tratta di soldi pubblici vorrei sapere come mai il palco viene tenuto chiuso a chiave e vuoto a scapito anche di volontari che, pur avendo pagato il biglietto, non sanno dove sedersi per svolger ebene il proprio lavoro. Oppure mi si dica quale maestranza veste i panni di bambina/bambino che assiste al musical Cenerentola occupando quello stesso palco. Perchè è capitato anche questo…

Credetemi, non mi sarebbe mai venuto in mente di sollevare la questione fino a quando, domenica pomeriggio, non ha prevalso un senso di profonda amarezza. Se un ‘privilegio’ si può tollerare e consentire deve essere rivolto a coloro i quali hanno speso tempo a favore di chi ne aveva bisogno e, perché no, riservare loro anche solo per un pomeriggio, un trattamento da ‘maestranza’.