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C’è un tema che già oggi sta entrando prepotentemente nelle azioni per lo sviluppo del lavoro ibrido e che ne segnerà il futuro: la sostenibilità ambientale. Oggi le tematiche del rispetto verso l’ambiente, il consumo energetico, sono ormai fattori di primo piano in ogni ambito economico e in tutte le scelte delle aziende: molte optano per sistemi di produzione di energie rinnovabili con cui alimentarsi, altre implementano azioni per il ristoro ambientale attraverso realtà che mettono a dimora alberi e piante, come ad esempio Treedom. Ma sempre più spesso si percorrono scelte che possano incidere in questo ambito a monte,da questo punto di vista il lavoro ibrido potrà avere un ruolo prioritario.
Sempre più diffuso, questo modello lavorativo vede le aziende adottare nuove tecnologie per fornire ai dipendenti gli strumenti giusti per lavorare da casa, come ad esempio la suite per lo smart working MasterVoice, una scelta che potrà avere ricadute positive sia sull’ambiente che sulla reputazione. Oggi anche i clienti finali sono molto attenti a questi valori, li cercano e li apprezzano quando vengono perseguiti dalle aziende alle quali si rivolgono.
Del resto le ricadute ambientali del lavoro ibrido, che venga svolto in parte da casa senza recarsi in ufficio, sono piuttosto evidenti a partire dalla riduzione di emissioni di CO2 legate ai mezzi di trasporto, privati o pubblici, utilizzati per andare al lavoro; ma anche la riduzione delle emissioni e del dispendio energetico legato al riscaldamento e raffreddamento degli uffici, a seconda della stagione. Infine diminuisce anche il consumo di cibo da asporto con una conseguente riduzione dello spreco alimentare e del consumo di imballaggi monouso.
È però importante considerare anche le necessità che questo modello lavorativo richiede per poter essere comunque altrettanto produttivo rispetto a quello con la presenza quotidiana in ufficio. Ad esempio mettere i dipendenti in condizione di utilizzare diverse tipologie di dispositivi per gestire il lavoro a distanza, tra computer fissi, notebook, tablet e smartphone. Sarebbe in parte legato a questo obiettivo l’aumento dei budget a supporto dell’It remoto che, secondo le ricerche più recenti, sarebbe nei programmi del 50% delle aziende europee, che si stanno indirizzando verso il lavoro ibrido.
La maggior parte dei segnali indica quindi che il lavoro ibrido potrà diventare una nuova bandiera della sostenibilità ambientale, insieme al passaggio a un modello operativo più orientato all’economia circolare ove si parla dei dispositivi tecnologici necessari e il miglioramento dei comportamenti quando si tratta di sostituirli (avviandoli al riciclo e riutilizzo). Fondamentale per questa evoluzione sarà una piattaforma di collaborazione all’avanguardia, un sistema omogeneo semplice da gestire. La piattaforma per smart working Open ad esempio integra funzionalità quali telefono fisso, chat, video call, e in più documenti e webinar in un’unica suite, senza installare applicazioni e senza perdere qualità o sicurezza. È sufficiente un browser per lavorare a distanza e telefonare come dal proprio interno in ufficio, così come chattare, o ancora fare video call con colleghi e clienti, utilizzando qualsiasi tipologia di dispositivo.

di Paolo Salami