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Sovente sentiamo parlare di parità di genere o gender equality. Secondo l’Onu il termine identifica la “parità tra donne e uomini, i quali hanno uguali condizioni per realizzare i loro pieni diritti umani e per contribuire e beneficiare dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico”.
L’Agenda 2030, che è un vero e proprio piano d’azione globale per lo sviluppo sostenibile in 17 obiettivi, tratta anche la parità di genere. Anche in Italia vi sono progressi sul sostegno alla parità di genere. La legge 162/21 ha apportato importanti modifiche al Codice delle pari opportunità del 2006, istituendo la Certificazione della parità di genere.
Inserita nella missione 5 del Pnrr, quella inerente ai temi “Inclusione e coesione”, la Certificazione della parità di genere è un sistema di gestione a ciclo triennale, che attesta le politiche e le misure concrete adottate dalle aziende per ridurre il divario di genere in relazione all’opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale e di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.
Il decreto del 29 aprile 2022 della ministra Bonetti definisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere e individua aree di valutazione che determinano il grado di inclusività dell’organizzazione: innanzitutto cultura e strategia, quindi quelle di governance e processi Hr; poi ancora le opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, l’equità remunerativa per genere, la tutela della genitorialità e la conciliazione vita-lavoro.
Per ciascuna area vi sono specifici Kpi (ossia degli indicatori) che misurano il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e verifiche biennali. La Certificazione, ottenibile da qualsiasi impresa indipendentemente dalle dimensioni e dal settore, comporta una serie di vantaggi per le imprese, economici e valoriali. Permette innanzitutto di godere di uno sgravio contributivo fino a 50 mila euro annui; è poi utile come punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato e/o finanziamenti pubblici in genere. La Certificazione determinerà anche un migliore posizionamento in graduatoria anche per i bandi relativi all’acquisizione di servizi e forniture. È poi un elemento di caratterizzazione aziendale che consente di avere maggiore trasparenza per gli stakeholder, quindi anche un simmetrico miglioramento dell’immagine aziendale e reputazionale, oltre a implementare un percorso più ampio di sostenibilità generale dell’intera azienda.

di Francesco Notari