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Cafoni e maleducati sono dappertutto, anche nel metaverso. È l’allarme lanciato dalla ricercatrice Nina Jane Patel, che ha visto il proprio avatar aggredito verbalmente e sessualmente da un gruppo di altri avatar maschili, non appena entrata nel mondo virtuale. Un autentico stupro che ha dimostrato la possibilità che si inneschino nel metaverso situazioni molto sgradevoli creando esperienze non desiderate che, seppur non vissute direttamente sulla propria pelle, rischiano di creare traumi psicologici molto seri. L’allarme lanciato dalla ricercatrice dimostra che l’industria della realtà virtuale dovrà lavorare molto per mettere in sicurezza gli ambienti e le società che si creeranno all’interno dei loro mondi. Successivamente alla denuncia di questo episodio, Horizon ha messo in campo lo strumento personal boundary, cioè confini personali, che impone una sorta di distanziamento sociale obbligatorio. Tuttavia il tema della violenza e della sicurezza personale nel metaverso restano ancora un’incognita da studiare con cura.