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La politica, anche a livello locale, viene spesso praticata attraverso i proclami e la professione di grandi ideali. Così il consiglio comunale e le cronache dei quotidiani cittadini si riempiono di discussioni e polemiche che riflettono, in tono minore, gli accadimenti e le divisioni nazionali e internazionali. Se Salvini tuona contro i migranti, anche in città si litiga un po’ sui centri di accoglienza. Se si vota in America, i politici reggiani si schierano tra trumpiani e democratici filo-Biden, se muore Maradona si sprecano i post su Facebook di assessori e consiglieri per celebrare il campione argentino, eccetera. I reggiani però da un’amministrazione locale si aspettano soprattutto la risoluzione dei problemi spiccioli che affliggono la vita quotidiana: ad esempio, come in un celebre film di Benigni, il traffico.
I reggiani insomma da sempre preferiscono il sano riformismo e pragmatismo emiliano al massimalismo parolaio. A Rivalta, popolosa frazione ai piedi della collina, il traffico è una vera e propria emergenza, abbastanza anomala perché dura da almeno 25 anni, cioè da quando la villa ha raggiunto i 7.000 abitanti mantenendo però la stessa rete stradale di 50 anni fa, quando a popolarla erano 1.500 persone. Sulla Statale 63, in via della Repubblica, transitano 30.000 veicoli al giorno. Metà vanno dalla città alla collina e viceversa, metà invece arrivano da Montecavolo e dalla Val d’Enza, e alla sera fanno il percorso contrario. I record regionali di concentrazione di Pm10, quando non piove, vengono battuti un giorno sì e l’altro pure, anche la domenica, quando i reggiani fanno la spola con le seconde case dell’Appennino. Dal 2016 l’amministrazione comunale ha riavviato l’iter per la realizzazione della cosiddetta “Bretella”, che in realtà sono due: una dovrà collegare il quartiere Peep, sulla Statale 63, a via del Buracchione, l’altra congiungerà via del Buracchione alla variante Sud-Est a ridosso di Canali. La progettazione della prima variante è di competenza del Comune, l’altra della Provincia: la spesa complessiva per la realizzazione, però, circa 6 milioni di euro, sarà interamente a carico del Comune. Non sono bruscolini: si tratta del più importante e costoso progetto infrastrutturale del Comune di Reggio Emilia dai tempi delle Vele di Calatrava a oggi. Purtroppo, malgrado i comunicati ufficiali e le promesse dell’amministrazione comunale, il bando dell’opera, che avrebbe dovuto vedere la luce ai primi del 2019, ancora tarda ad arrivare, come la primavera in “Povera Patria” di Battiato. La responsabilità dell’iter della Bretella in questi anni è passata di mano in mano tra tre assessori, Tutino, Montanari e Tria, accumulando ritardi di mesi, presto divenuti anni, totalmente incomprensibili ai rivaltesi. Recenti dichiarazioni dell’assessore Tria lascerebbero finalmente intravedere la concreta possibilità che il bando venga pubblicato in maggio e che i lavori del cantiere prendano il via entro il 2021. Vorrebbe dire che l’opera diventerebbe realtà entro la fine del 2022.
Se però l’iter dovesse accumulare ulteriori ritardi, le due bretelline forse non vedrebbero la luce nemmeno entro la fine della consiliatura, che scade nella primavera 2024, un’ipotesi disastrosa alla quale i rivaltesi non vogliono neppure pensare e che si tradurrebbe in un indubbio, pesante danno di immagine per la giunta che governa Reggio Emilia.
Viceversa, se il traguardo di fine 2022 per l’inaugurazione della Bretella venisse tagliato senza altre dilazioni, il sindaco Vecchi e l’assessore Tria potranno a ben diritto appuntarsi sul petto la medaglia di un’opera, che per la viabilità della zona sud di Reggio, e per la qualità della vita di migliaia di reggiani, può a ben diritto essere considerata storica. E si meriteranno anche l’imperitura gratitudine di tanti rivaltesi, come lo scrivente, stufi di alzarsi la mattina con la fila dei Tir e delle auto ferme in coda coi motori accesi sotto le finestre.