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Globalizzazione? Sì, grazie. Quando per globalizzazione s’intende la possibilità di portare prodotti belli, efficienti e ben fatti nei mercati di tutto il mondo, competendo in modo sano e dinamico. Ed ecco a cosa servono le esposizioni internazionali, le vere e proprie vetrine della capacità creativa e produttiva dell’imprenditoria di ciascun Paese. E forse qualcosa di più ancora, perché quello che un Paese produce e, soprattutto, come lo produce, trasmette valori e visioni di quello stesso territorio.
Le esposizioni mondiali dicono tanto a proposito dei Paesi che vi partecipano, a chi vuol vedere e vuol capire. Dicono tanto della voglia di emergere, di aprirsi, di farsi conoscere ed apprezzare. Chi mette in vetrina i propri prodotti e la propria professionalità in questi eventi non punta primariamente a vendere, ha l’obiettivo di intrigare, o meglio ancora di far innamorare il visitatore del proprio prodotto e, a cascata, dei propri valori, della propria storia, del proprio territorio.
In moltissimi abbiamo visitato o partecipato in prima persona a Expo 2015, a Milano. Abbiamo potuto apprezzare in tutti i padiglioni la voglia di sorprendere, di innovare, di mostrarsi al meglio di tutti i Paesi, le organizzazioni e le aziende partecipanti. Abbiamo percepito la loro vitalità, l’orgoglio di mostrarsi al mondo e di esaltare la propria essenza, le proprie peculiarità.
Oggi cominciamo la rincorsa verso una nuova grande sfida, che è l’Expo 2020 di Dubai. Questo significa affrontare un’esposizione internazionale molto competitiva, che potrebbe essere per molte aziende la porta d’ingresso in Oriente, e che si svolgerà in una città fulcro di un mercato ricco ed ancor più promettente, dove ciò che è ben fatto con alti standard qualitativi viene molto richiesto e pagato al giusto prezzo.
Sarà molto importante che l’Italia ci sia al suo meglio. Che l’imprenditoria italiana si metta in mostra con l’eccellenza delle sue potenzialità, con la sua creatività e il fervore della sua attività.
Parlare di eccellenze talvolta rischia di diventare stantio, eppure è proprio quello che dovremo andare ad esibire, perché è quello per cui abbiamo imparato a farci conoscere nel mondo. Le imprese italiane saranno ambasciatrici d’Italia per mostrare un Paese su cui continua a valere la pena di investire e di scommettere. Puntiamo su questo Expo e attrezziamoci per andare a vincere la nostra scommessa.