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Avrai sentito parlare delle coperture finanziarie e, ammesso che tu non sia un professionista nel settore, facilmente avrai voltato la testa, chiedendoti “ma tanto cosa c’entrano le coperture con me?”. C’entrano se hai un qualunque investimento, che adesso ti sta rendendo un determinato risultato, non importa se positivo o negativo, e non hai voglia di vederlo scendere e comunque peggiorare in futuro, solo perché adesso ti è venuto il dubbio, ma non te ne sei interessato abbastanza quando eri ancora in tempo.
Abbiamo già visto quanto i certificati di investimento siano flessibili; alcuni di loro lo sono talmente tanto da poter addirittura permetterti di guadagnare se i mercati scendono, quindi si prestano a proteggere i risultati ottenuti e mantenerli sostanzialmente inalterati, anche in caso di discesa dei mercati. Per alcuni è fantascienza, per altri è (più o meno) banale. Resta il fatto che, se suddividi il tuo portafoglio in una parte al rialzo, come probabilmente sei già abituato a fare, ed aggiungi una parte al ribasso, il risultato finale sarà un abbassamento complessivo del rischio, che è sempre una cosa buona.
Se il mercato sale, a volte perdi con gli strumenti al ribasso, ma continui a guadagnare – di più – dalla maggiore componente al rialzo. Se il mercato scende, mentre tutti si disperano e partono i classici “lo sapevo che andava a finire così” (però intanto sono rimasti col cerino in mano), chi ha selezionato accuratamente la giusta modalità e la giusta porzione di portafoglio da destinare alle coperture, con una mossa avrà passato indenne il momentaccio.
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