Qualche mese fa si è concluso Expo Milano 2015, un evento eccezionale per il nostro Paese. È stato anche un evento irripetibile per tutti coloro che vi hanno partecipato, sia perché difficilmente l’Italia avrà modo di ospitarne un altro prima di diversi decenni, sia per l’impegno che è stato profuso per non sfigurare di fronte al mondo. Mi permetto di peccare un pizzico di retorica, ma bisogna dire che al cospetto di grandi sfide in Italia sappiamo agire al meglio, trovando la giusta chiave per aggirare difficoltà oggettive e mancanze soggettive. Per mostrarsi al mondo nella vetrina dell’esposizione universale, i nostri territori hanno saputo parlarsi, confrontarsi, trovare sinergie e agire in accordo come raramente era accaduto prima. Le regioni italiane (e la nostra Emilia Romagna tra le prime, in grande stile) hanno capito come sfruttare l’occasione nel modo corretto, hanno avuto la lungimiranza di mettere a disposizione delle piccole realtà fondi, spazi e competenze, per dar modo a tutti di esprimere le idee giuste per promuovere ciascuno le proprie specificità. Promuovere qualsiasi angolo d’Italia non è di per sé difficile – viviamo in una terra che si promuove motu proprio da secoli – ma presentarla in modi innovativi e tecnologicamente al passo coi tempi è fondamentale, anche se non alla portata delle tasche di tutte le realtà locali, specie le più piccole. È qui che diventa fondamentale la capacità di collaborare, di agire sfruttando energie e talenti dei singoli territori, mettere le competenze in rete e concordare una medesima visione dell’obiettivo da perseguire tra enti locali e tessuto socioeconomico. A Expo abbiamo visto un’Italia che andava verso questa direzione, quella giusta. Continuiamo a seguirla.