Siamo cresciuti con la paura del futuro, ce la portiamo addosso. L’idea che lo spazio davanti a noi sia infinito è spaventosa: anche se ci aspetta una pirotecnìa di momenti e oggetti ai quali non avremmo nemmeno osato pensare, una parte di noi viene azzannata dal terrore che tutta questa meraviglia ci si ritorca contro. E se mi fossi spinto oltre?, ci chiediamo. Nelle tragedie greche gli uomini si macchiavano di hýbris, la stessa che è il motore delle storie raccontate nei film di cui ci siamo nutriti. La fantascienza ci ha immerso in realtà inimmaginabili eppure a un passo da noi, in cui saremmo stati capaci di fare qualunque cosa, ma delle quali avremmo finito inevitabilmente per perdere il controllo. E ci siamo difesi dal terrore del futuro rinnovando il mito dell’autenticità, della purezza, della semplicità, opposta a tutto ciò che è artificiale.
Ma per quanta paura possa avere, l’uomo non è fatto per accontentarsi di quello che ha: si spinge oltre, pensa, immagina. E crea. La preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni arriva sempre dopo. E intanto, la spray hgh realtà assomiglia sempre più a quella fantascienza che abbiamo imparato a temere. La scorsa estate, gli scienziati dell’Istituto di Biotecnologia molecolare di Vienna hanno creato un mini-cervello. Completamente artificiale, assemblato grazie a cellule staminali prelevate da embrioni umani e da cellule adulte fatte regredire al livello di embrionali. Ha un diametro di quattro millimetri, e per crescere in provetta ha impiegato due mesi. I neuroni sono in grado di comunicare tra loro, eppure questo cervello non sa pensare: per farlo dovrebbe ricevere input dall’esterno, dagli organi sensoriali. E gli scienziati non si vogliono spingere fino a quel punto: «L’obiettivo dell’esperimento è studiare come il cervello cresca e si strutturi durante lo sviluppo embrionale, capire cosa si inceppi in caso di malattie», spiegano.
Fossimo in un film, l’esperimento verrebbe sfruttato da uno scienziato senza scrupoli e brandito contro l’uomo. Ma non siamo in un film: ciò che è artificiale non è malvagio. È solo uno strumento in più nelle nostre mani. E ripararsi in un cantuccio a rifiutare il futuro potrebbe non avere senso.
E, sì: non sto parlando solo di scienza.
Sicuramente è arrivato il momento di liberarci delle nostre paure per vivere la vita che vogliamo e dirigere al meglio la nostra impresa..
Io ho già provato a percepire cosa significa liberarsene!
Ho trovato un’altro articolo interessante perchè spiega quali sono le caratteristiche mentali per essere un vero imprenditore, ed legato anche alla mia passione per la Fisica Quantistica!