Spesso mi chiedono: ”Ma quanto si guadagna in Borsa?”. Questa domanda non può naturalmente trovare una risposta univoca: gli esiti sono tanti almeno quanti sono i singoli trader. Ciascuno ha un proprio metodo, un proprio capitale di partenza, una propria propensione al rischio, una propria gestione della chiusura delle operazioni in profitto e in perdita… Troppe variabili da considerare, insomma. Ma, in ogni caso, il focus non dovrebbe mai essere centrato su quanto si guadagna in Borsa, piuttosto su cosa si rischi per ogni singola operazione. Il mantenimento del capitale è sempre più importante di quanto pensiamo.
Supponiamo di avere 100mila euro da investire. Abbiamo già identificato il titolo da comprare secondo l’analisi fondamentale: vogliamo inserire un ordine di acquisto in corrispondenza di un determinato livello di prezzo perché lo riteniamo valido in base all’analisi tecnica, e fissiamo anche un livello di prezzo raggiunto il quale il grafico si deteriorerebbe talmente tanto da farci preferire di uscire in perdita prima che la situazione diventi troppo gravosa per le nostre tasche. Quindi abbiamo tre valori: il capitale a disposizione, il livello di prezzo a cui entrare e il livello di stop loss a cui eventualmente uscire (in questa fase non mi interessa minimamente il target di uscita in gain). La cosa più importante da fare ora è decidere la percentuale di capitale massima da rischiare per questa operazione: personalmente consiglio l’1%. Ossia: se l’operazione va male ed esco in stop, al massimo perdo 1000 euro.
Come facciamo a quantificare quante azioni comprare rischiando solo l’1% del capitale? A titolo di esempio: se compriamo un’azione a 50 euro e, stando alle indicazioni del grafico, fissiamo lo stop loss a 42 euro significa che rischiamo 8 euro al massimo per ogni azione e basterà dividere il massimo rischio che siamo disposti a sostenere, cioè 1000 euro per il rischio per ogni azione. Facendo mille diviso otto, abbiamo un numero di 125 azioni da comprare. Se lo stop loss fosse a 46 euro, anziché a 42, al massimo rischieremmo 4 euro per ogni azione e avremmo (1000/4 =) 250 azioni da comprare con questi parametri.
Naturalmente, più lo stop loss è vicino e più azioni si possono acquistare senza cambiare il rischio: questo è l’aspetto centrale. In base a questi calcoli, se disegnassimo i risultati formeremmo una curva esponenziale, che prevede che il rischio di ciascun ingresso rappresenti una percentuale fissa del capitale sul conto, da cui deriva che le perdite, anche consecutive, sono matematicamente destinate a essere sempre minori. Se il nostro metodo di selezione di titoli o stock picking e di market timing è valido, pur accettando qualche operazione in perdita, arriverà l’occasione in cui riusciremo a cavalcare il trend al rialzo.
Quando si verificherà l’ingresso ottimale, il passaggio successivo sarà quello di preservare non il capitale iniziale, ma quanto meno una parte degli utili: questo si ottiene attraverso il meccanismo del cosiddetto trailing stop che, insieme alla potentissima tecnica del pyramiding, sarà l’oggetto del prossimo articolo.