“Dire, fare, differenziare”. Facile a dirsi, difficile a farsi. Almeno sulla carta. Stop ai giri di parole. La raccolta differenziata dei rifiuti è cosa seria, soprattutto quando si tratta di smaltire oggetti ingombranti e altamente inquinanti. È cosa talmente seria che le informazioni abbondano: come, dove e quando di discariche, isole ecologiche e servizi di raccolta a domicilio. Abbondano al punto da creare confusione e disorientare il cittadino coscienzioso che ha a cuore l’ambiente. Come uscire allora da questo circolo vizioso? Con ordine.
In provincia di Matera, a Rotondella, vive un ragazzo di 19 anni, Francesco Cucari che ha messo a punto una app per Android e iOS che aiuta proprio a orientarsi e a fare sempre la cosa giusta: si chiama Dizionario dei Rifiuti (www.dizionariodeirifiuti.it) e consente di risolvere in tempo reale la diatriba tra dubbi e soluzioni. Basta infatti inserire il nome del materiale da riciclare per avere tutte le informazioni utili per non sbagliare cassonetto o per trovare la discarica più vicina, con tutte le indicazioni del caso, dagli orari alla geolocalizzaione sulla mappa. Tutto a portata di smartphone e di tablet. Un esercizio personale, presto diventato un punto di riferimento per migliaia di utenti. Tanto da coinvolgere oggi otto professionisti.
Cucari, come nasce il Dizionario dei Rifiuti? «Da un’esigenza personale, nel 2011. Da qualche mese era era stata avviata la raccolta differenziata porta a porta nel mio paese e a volte avevo dubbi su dove gettare i diversi rifiuti. Così ho pensato di fare qualcosa per rendere a tutti più semplice questo gesto. Ecco perché ho realizzato un’app che funziona da motore di ricerca. Basta scrivere il nome del materiale da riciclare e in modo immediato viene indicato in quale contenitore gettarlo». Non solo, perché è anche possibile consultare il calendario di raccolta del proprio quartiere, ricevere notifiche che ricordino quando e cosa buttare, localizzare le isole ecologiche o altri punti d’interesse o prenotare un ritiro a domicilio. Queste funzioni rendono possibile una totale interazione e forniscono una serie di dati e informazioni che spesso i cittadini non hanno. Il tutto a portata di mano, poiché disponibile su app iPhone/iPad, smartphone/tablet Android e sito web.
Come si orienta il vostro motore di ricerca nel labirinto di regole e procedure che spesso variano da città a città? «In Italia non esiste una normativa uniforme. Il Dizionario tiene conto di queste variazioni e infatti prevede una ricerca generica e una ricerca geolocalizzata. Se il comune appartiene al circuito delle amministrazioni pubbliche che hanno aderito al progetto, allora il cittadino ha tutta una serie di informazioni specifiche, dal calendario della raccolta ai punti di interesse fino alle procedure da seguire per il ritiro dei rifiuti ingombranti. Se invece il comune non ha aderito, il Dizionario dei Rifiuti offre la ricerca generica fornendo le informazioni dei principali consorzi di filiera».
Non sono ancora molti, però, i Comuni che hanno risposto all’appello, «Al momento hanno aderito in 25, tra cui Genova, Napoli, Belluno, Ancona, Ponte nelle Alpi (il Comune più riciclone in Italia secondo il concorso organizzato da Legambiente). Il nostro Dizionario può potenzialmente supportare qualunque realtà, grande o piccola che sia in tutta Italia. I comuni che aderiscono al nostro network pagano un abbonamento annuale che ci permette di caricare e tenere aggiornato il database anche quando il servizio di raccolta è diverso di quartiere in quartiere. L’utilizzo dell’app e del sito per il cittadino è e sarà sempre assolutamente gratuito».
La parola chiave è interazione, perché anche i rifiuti diventano 2.0. Così c’è chi ha provato a fare anche un passo in più, come la multiutility Hera, che ha sviluppato l’app Il Rifiutologo – di cui “Dire, fare, differenziare” è l’indovinato slogan – che non solo fornisce le informazioni per una virtuosa differenziata, ma consente anche al cittadino di fotografare rifiuti abbandonati o cassonetti strabordanti per attivare il servizio di recupero. La stessa idea è al centro di un progetto, cui è legato anche il concorso fotografico, indetto da RAEEporter di Ecodom e Legambiente dedicato proprio ai riufiuti abbandonati. Anche qui non mancano app e widget, perché anche un clic può salvare l’ambiente.