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Social in Italy

Di 03/03/2013Marzo 15th, 2023No Comments

È stata pubblicata di recente la prima ricerca sull’effettivo uso di social media nelle aziende italiane (Social Media Effectiveness Use Assessment). L’indagine è stata condotta tra luglio e novembre 2012 da un team guidato da Andrea Albanese, docente del modulo corporate di Snid, su un campione di oltre 2800 aziende italiane. Alcuni dati mi hanno fatto riflettere: ve li propongo.

Chi li gestisce? Nel 56% dei casi, i social vengono gestiti da una o due persone all’interno dell’azienda. Ancora alta la percentuale dei casi (21%) di imprese che non hanno risorse effettivamente impiegate nella gestione dei social. Solo il 7% delle aziende intervistate dichiara di avere un team dedicato, e ben il 36% sta ancora cercando di capire come gestirli.
Con quali strumenti? Nella maggior parte dei casi (98%), i social vengono gestiti da pc o laptop, ma il mobile (smartphone e tablet) è considerato complessivamente il modo più utile per usufruire dei social network, con un totale di oltre 8.000 preferenze (rispetto ai 5.799 voti dei pc).
Quali sono i più utilizzati? Per scopi personali, i più popolari sono Facebook (80%), LinkedIn (67%) e YouTube (56%) – e la cosa non ci stupisce: sono sempre questi i social che vengono più spesso utilizzati anche in ambito aziendale.
Quanto si investe? Analizzando il budget di marketing investito nei social, la classifica è guidata da Facebook (26%), seguito da YouTube (10%) e Twitter (7%). YouTube è al primo posto tra i social media più graditi, con un punteggio medio di 4,9 su una scala da 1 a 5. Google Analytics è il preferito tra gli strumenti di analisi di social media marketing con un punteggio di 4,1.
Cosa ci si aspetta? Al primo posto tra i risultati auspicati con l’attività di social media marketing troviamo la valorizzazione del brand (71%), il potenziamento della proporia comunicazione (70%) e la creazione di una community (45%). I risultati attesi che hanno più valore per gli intervistati sono quelli legati alle attività di engagement: dai commenti pubblicati dai lettori, all’iscrizione alle newsletter, alle ripubblicazioni e condivisioni. Tra i risultati meno interessanti invece troviamo le partite ai videogiochi, l’iscrizione a concorsi/lotterie e i coupon scaricati.
Quanto conta la formazione? Dai risultati emerge un interesse per possibili corsi di formazione sull’uso dei social network in modo professionale, sia da un punto di vista pratico di tecniche di web marketing, sia da un punto di vista strategico. Tale interesse non viene tuttavia confermato dal dato relativo alla disponibilità a partecipare a training intensivi di 15 giorni (il 58% non seguirebbe un training su questi temi); un master full time su queste tematiche sarebbe invece frequentato dal 37% del campione per investire sul proprio curriculum.
Da addetto ai lavori, auspico che questi risultati offrano una nuova occasione per riflettere sulle potenzialità dei social media e del web marketing: in un tessuto economico come il nostro, l’innovazione, i new media e le nuove tecnologie sono strumenti e strategie indispensabili per l’accesso delle piccole e medie imprese nel mercato globale. La concorrenza passa anche da qui, con un certo risparmio – che non guasta – sugli investimenti in comunicazione su larga scala.