L’elevata incertezza che ha contraddistinto i mercati negli ultimi anni e le questioni spinose ancora da risolvere (debiti sovrani, elezioni politiche, Tobin tax, ripresa economica) si sono concretizzate in oscillazioni dei corsi azionari via via sempre meno ampie. Da una parte, la speculazione ribassista ha perso la sua forza per la potenza di fuoco messa in campo dalle banche centrali; dall’altra, la voglia di rialzo trova ostacoli importanti dal punto di vista macroeconomico (calo dei consumi), e nella debolezza del settore finanziario alle prese con minusvalenze importanti e sofferenze sugli impieghi destinati a crescere ulteriormente, che graveranno nell’accantonamento dei fondi rischi per diversi anni.
Considerati gli straordinari risultati ottenuti negli ultimi anni con l’utilizzo delle opzioni e in particolare la facilità con cui si sono ottenuti nel 2012 (lo storico è visibile su www.topalert.it), sono propensa a pensare che i prossimi anni possano essere ancora più profittevoli, in quanto un’attesa di mercati in trading range (oscillazioni contenute tra +20% e -20%) è condizione ottimale per chi sa costruire strategie con opzioni, i cui massimi profitti si ottengono proprio quando i mercati lateralizzano.
Per chi fosse a digiuno della materia, le opzioni sono strumenti derivati che consentono l’apertura di posizioni al rialzo o al ribasso con un rischio limitato al premio pagato; molte aziende conoscono questo strumento perché lo utilizzano per coprire le esportazioni e/o i finanziamenti in valuta estera. L’applicazione di strategie complesse utilizzando contemporaneamente più opzioni, call e put, comprate e vendute su scadenze e strikes (prezzi di esercizio) diversi crea delle aree di prezzo in cui, a fronte di un rischio predeterminato, si può avere un ritorno economico considerevole.
Il corretto rapporto rischio/rendimento non deve mai superare 2 a 10. Anzi, più la scadenza è lontana e più questo rapporto deve ridursi: questo significa che se impegno 2.000 euro posso incassarne al massimo 10.000, e meno il mercato è volatile e più è alta la probabilità che si realizzi il profitto auspicato. L’obiettivo è di chiudere la strategia se il guadagno raggiunto è intorno al 50% del massimo possibile: rimanendo alll’esempio precedente dovrei chiudere l’operazione al raggiungimento di 4.000 euro di profitto sugli 8.000 euro massimi. Il risultato è in ogni modo straordinario. La costruzione di più strategie con scadenze e aree di profittabilità diverse rende la curva di profitti il più possibile costante nel tempo, ammortizzando anche le inevitabili operazioni in perdita.
Questa operatività richiede una conoscenza approfondita di tali strumenti o l’affiancamento di un professionista esperto. Trattandosi di derivati che sfruttano la leva finanziaria, vanno utilizzati per una piccola percentuale del proprio patrimonio. A chi decidesse di sposare questa mia idea dell’incertezza della direzionalità dei mercati vorrei trasmettere la certezza che con l’utilizzo di opzioni si può ottenere un’extra-performance o una bella copertura del proprio portafoglio diversificato.