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E’ ancora Hugo Chávez il Presidente del Venezuela. Per il suo quarto mandato consecutivo ha sconfitto di misura lo sfidante Capriles, che segna comunque un record storico conquistando il 45% delle preferenze, in una tornata elettorale che registra un dato di affluenza oltre l’80%.
Non vi sono dubbi sul fatto che Chávez goda di un buon consenso popolare, in particolare da parte di coloro che hanno beneficiato del suo massiccio programma di welfare incentrato su sanità, educazione e social housing, finanziato con i proventi del petrolio. E proprio la ricchezza dei giacimenti petroliferi del Venezuela rivela un aspetto paradossale di questo paese: totalmente dipendente dalle esportazioni (la maledizione del petrolio) e quindi dai prezzi del greggio, è afflitto dalla corruzione e devastato da una criminalità diffusa e impunita. Caracas ogni anno è al vertice delle classifiche tra le città più pericolose del mondo, e interi quartieri sono off-limits per la polizia che, quando non è direttamente al soldo delle gang criminali e degli strapotenti cartelli della droga, è semplicemente incapace di gestire una situazione al di fuori da qualsiasi contesto legale. La risposta a questi problemi tentata da Chávez – nel 2009 creò di sana pianta un nuovo corpo di polizia – per quanto infruttuosa, gli ha probabilmente assicurato un ulteriore decisivo sostegno da parte della popolazione che, oltre alla povertà, in molte zone del paese vive costantemente nel terrore.
Il mandato attuale gli permetterà di restare in carica fino al 2019 quando il suo regno avrà oltre vent’anni. Gli Stati Uniti hanno ingoiato il rospo a denti stretti, incassando la rielezione di uno dei più fedeli alleati dell’Iran, ma non perdendo l’occasione per ricordare che «anche l’opposizione deve avere voce». Peraltro, nonostante le voci di condizioni precarie di salute, Chávez è apparso in buona forma durante il discorso di insediamento… La rivoluzione socialista continuerà insomma, piaccia o non piaccia, al grido con il quale Chavez e i suoi sostenitori hanno invaso le strade di Caracas dopo la vittoria: “Viva la patria! Viva l’allegria! Viva il socialismo!”.