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I peccati del capitale

Di 02/10/2012Marzo 15th, 2023No Comments

Il trading è stressante perché va contro natura: quando si opera in Borsa si cade continuamente vittima degli istinti più ancestrali dell’animo umano e questo è l’aspetto più difficile da dominare. I sette peccati della tradizione si presentano anche al trader, travestiti da suadenti tentatori, nemici con i quali si deve imparare a fare i conti.

Invidia_ La pubblicità ingannevole diffusa sul web attira l’attenzione di chi si illude che sia sufficiente aprire un conto online e fare un paio di click per cambiare vita. Vengono proposti sistemi automatizzati apparentemente miracolosi, e proprio l’invidia nei confronti di chi col trading si permette un certo tenore di vita, spinge a fare un tentativo.

Avarizia_ Come in ogni attività imprenditoriale, è necessario prima investire per raggiungere il breakeven, e solo a quel punto sperare di vedere i risultati. Nel trading l’investimento va fatto in termini di formazione (corsi e libri) e di tecnologia (pc, connessioni a internet, piattaforme, software): non ci si può esimere da questi costi che certo non attirano chi ha il braccino corto…

Lussuria_ Avete letto bene: lussuria. Inizialmente il pensiero è fisso sul denaro, si immagina continuamente cosa si comprerà con i soldi che si guadagneranno e l’occhio è immobile sul monitor a seguire avidamente le oscillazioni di quanto si sta potenzialmente guadagnando. Già abbiamo parlato di quanto sia deleterio per il trader considerare il denaro come fine e non come mezzo: le aspettative, le illusioni e i desideri sono i peggiori nemici perché portano all’eccesso.

Gola_ Idem sopra: il piacere derivante dai primi guadagni spinge ad aumentare le quantità, anziché diminuirle, facendo perdere di vista i rischi, e conducendo a pensare che sia tutto facile.

Superbia_ Una serie di operazioni in profitto può condurre in uno stato di overconfidence in cui l’ego va alle stelle e si crede di dominare il mercato. Questo è un momento molto pericoloso che di solito precede un errore molto costoso: anche se si comincia a percepire che sta cambiando l’atmosfera, si continua a non dare il giusto peso ai segnali di avvertimento, credendosi infallibili.

Ira_ Il mercato riporta chiunque con i piedi per terra, ma la mancanza di pazienza per le perdite subite e il desiderio di recuperare subito genera un sentimento di vendetta, spesso nei confronti dello stesso titolo che ha causato la sofferenza, quasi fosse un fatto personale. Questo è uno dei momenti in cui si è più vulnerabili: spesso si chiudono operazioni in perdita solo per lo sconforto e la rabbia.

Accidia_ Probabilmente è il nemico peggiore perché è il più subdolo. Concretamente si manifesta rimandando l’ingresso perché si pretende un prezzo sempre più favorevole e spesso questo si traduce nella perdita di buone opportunità e in un frustrante senso di rimpianto; o ancora peggio, quando si è già in posizione, si sta perdendo e non si vuole accettare la perdita, si rimanda la decisione di uscire. Dietro questa pigrizia si nasconde una lenta morte finanziaria.

La comparsa di questi comportamenti è sistematica e prevedibile, al punto che possono essere rintracciati e analizzati. La consapevolezza e l’umile accettazione della loro esistenza sono indizi del fatto che si è sulla strada giusta verso un approccio saggio all’arte della speculazione finanziaria.