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Occorre un nuovo paradigma economico: lo ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione dell’incontro Felicità e benessere: definire un nuovo paradigma economico. Il meeting, organizzato dal Regno del Bhutan, si è svolto a New York lo scorso 2 aprile e ha radunato centinaia di partecipanti fra rappresentanze governative, organizzazioni religiose, mondo accademico e società civile, per discutere di felicità. Avete letto bene. Il PIL (Prodotto Interno Lordo), che è il parametro con il quale economie e politiche sono tradizionalmente valutate, non tiene infatti in alcuna considerazione i costi sociali del cosiddetto progresso. Sin dagli anni ’70, invece, il piccolo Bhutan ha introdotto una misura di prosperità nazionale basata sul benessere delle persone.

Negli anni più recenti l’idea, conosciuta come Gross National Happiness – GNH (Felicità Interna Lorda – FIL), ha suscitato sempre maggiore interesse, fino a quando nel 2011 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 65/309 che evidenzia come il PIL non rifletta adeguatamente la felicità e il benessere di un Paese e della sua gente. Secondo Ban Ki-moon, il nuovo paradigma economico dovrà riconoscere parità ai tre pilastri dello sviluppo sostenibile. è il concetto di benessere nelle sue diverse parti (sociale, economico e ambientale) a definire l’idea di felicità globale lorda.

Nelle parole del presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, costruire una nuova visione di sostenibilità e futuro, che possa guidare verso un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato, è divenuto obbligatorio per sradicare la povertà.

Soddisfatto il primo ministro del Bhutan, che ha visto riconosciuto a livello internazionale la misura che da anni indica il benessere delle persone che risiedono nel suo Stato: «Spero – ha detto, a margine dell’incontro – che entro il 2015 la comunità internazionale potrà adottare un paradigma economico basato sulla sostenibilità e volto a promuovere il vero benessere dell’essere umano e la felicità».

La felicità di ciascuno di noi sarà considerata sufficientemente importante da essere presa sul serio? Ne saremo capaci?