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Non tutti i mali vengono per nuocere, vero. Ma tutte le bontà vengono per giovare? Studi scientifici (e il comune buonsenso) ci dicono che l’automatizzazione di determinati comportamenti affievolisce l’attività cerebrale. Questo almeno è il risultato di un esperimento condotto dalla neuroscienziata Ann Graybiel su un gruppo di topolini rinchiusi in un labirinto. I topi che apprendono il percorso verso l’uscita non differiscono poi tanto dagli operai dei tempi (ormai non più) moderni di Chaplin: la ripetizione e il consolidamento delle abitudini spengono il cervello. Ed è così che il declino (anche economico) comincia a bollire in pentola.

Il mese scorso a Napoli si è tentato di ravvivare il fuoco della creatività con l’iniziativa TEDxNapoli, finalizzata a promuovere l’incontro di pensieri e pensatori nel capoluogo campano. Il titolo dell’iniziativa – Crisi e creatività, vecchi compari – parla chiaro: l’assenza, o meglio, il fallimento dei modelli tradizionali sui quali adagiarsi è l’ingrediente segreto per risvegliare la forza innovativa di una società.

Qualche esempio? Tra il 1650 e il 1750, il progressivo esaurimento del legname come combustibile indusse l’Europa a ripensare la ricetta della propria fornitura energetica e a passare al carbone, il cui complicato processo di estrazione richiese lo sviluppo di tecniche più sofisticate e costose. Qualcosa di analogo a ciò che accade oggi: la rivoluzione delle fonti rinnovabili avanza, nonostante l’inerzia al cambiamento e lo scetticismo di (alcuni) politici e cittadini.

Si pensi poi alle economie emergenti e al numero di diligenti e volenterosi studenti asiatici che invadono le università americane ed europee: sono gli stessi che poi scalano i vertici delle nostre aziende con entusiasmo e nuove idee. Interpellato sul motivo per cui ha deciso di tornare in patria, e lavorare in India anziché in America, il mio collega Akhilesh risponde: «Perché questo paese ha bisogno di persone che lo ripensino e che si adoperino per il suo progresso». Attraverso quelli come lui, curiosi e intraprendenti, l’India esplora nuove ricette, mentre l’Europa, che si rintana al calduccio di un benessere diffuso, rischia di mangiare sempre la stessa pizza.

Chissà che una mano per risollevare l’Europa da questa misera sorte non sia quella tesa da Charles Duhigg, giornalista del New York Times, che nel suo recentissimo libro The Power of Habit indaga il mondo delle abitudini e fornisce qualche spunto interessante su come sbarazzarsene. Ma anche questo undicesimo comandamento non va seguito troppo alla lettera. Coca Cola, in possesso di una ricetta capace di far venir sete al mondo intero, insegna: la fallimentare introduzione sul mercato di New Coke nel 1985 è la prova che, talvolta, la ricetta, se vincente, è meglio mantenerla tale e quale.