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Anche le imprenditrici hanno i peli. Questo le accomuna alla classe operaia, il che sarebbe già disdicevole. Ma il pelo è democratico, gambe nobili e contadine sono accomunate dallo stesso irsuto destino.
La battaglia contro il pelo comincia in tenera età, addirittura prima del sesso, a dimostrazione del fatto che il pelo è un questione prima di tutto di introspezione, di immagine di sé, nonché il primo vero sintomo della maturità sessuale. Il primo pelo non si scorda mai.
Ma anche gli imprenditori hanno un rapporto con i propri peli. E anche gli operai: il pelo, oltre che democratico, è paritario tra i generi, almeno nel nuovo millennio.
La parabola del pelo comincia in modo uguale per maschi e femmine (è un’affermazione forte, lo so) ma è un dato di fatto che prima che i peli crescano, maschi e femmine, indistintamente, li aspettano. Invidia negli spogliatoi per i compagni più fortunati che possono esibire il pelo sotto le ascelle: li contavamo, perfino, avidi. Due tu, io tre! Lui cinque, che sfiga.
Dopo accurate indagini pare che per il maschio 2011 il limite della decenza e del rispetto del prossimo sia il pelo sulle spalle, universalmente conosciuto come “zerbino”. Il mercato coglie la palla al balzo e i supermercati pullulano di creme depilatorie maschili. A quanto pare, la battaglia femminile contro il pelo ha contagiato anche il sesso forte, o pseudo-tale. Usano i maschi il silk epil? Se sì, non lo ammettono. Accampano scuse: l’aereodinamicità, dicono, perfino quando non sono né nuotatori né calciatori e il massimo della velocità la guadagnano nel tragitto camera-cesso.
Il pelo è semplicemente una questione di costume. Come quando in Rai apparivano ballerine con ingenui cespuglietti sotto le ascelle. Non si depilavano, e con ciò? Allora piaceva così, folto. Segno di salute e forse allusivo a piaceri più nascosti. Forse erano un pochino meno ossessionati, pure.