Nonostante la crisi finanziaria abbia in parte offuscato l’immagine dei mercati finanziari e diminuito la loro attrattiva agli occhi di chi dispone di liquidità da investire, negli ultimi anni anni sono state introdotte per via regolamentare importanti novità che sicuramente potrebbero rendere l’attività del trading in strumenti finanziari più efficiente e accessibile.
Una delle più importanti novità riguarda l’introduzione di una nuova figura di intermediario, la cui finalità è quella di operare nei servizi di negoziazione in concorrenza diretta con le borse, con l’effetto di abbassare i prezzi chiesti a titolo di commissione sulle singole operazioni di compravendita di titoli. Questi nuovi soggetti sono chiamati sistemi multilaterali di negoziazione (in inglese Multilateral Trading Facilities o MTF) e consistono in sistemi di negoziazione gestiti da un’impresa di investimento o dalla stessa società di gestione di un mercato finanziario regolamentato (ad esempio Borsa Italiana s.p.a.) che hanno la funzione di fare incontrare al proprio interno ordini di acquisto e di vendita relativi a determinate categorie di strumenti finanziari, in modo da portare alla conclusione di un contratto tra le parti. Questa attività di intreccio della domanda e dell’offerta è condotta secondo un codice ben preciso di norme interne redatto in base alle prescrizioni del diritto dei mercati finanziari.
Per l’investitore quindi il funzionamento dei sistemi multilaterali ricalca quello dei classici mercati finanziari, presso i quali acquistare e vendere titoli, ma con la differenza che in questo caso tale servizio è prestato non da una classica borsa valori costituita da una struttura materiale articolata e complessa, ma da un soggetto appositamente creato, in genere facente capo ad una o più società d’investimenti, che eroga tale servizio tramite una struttura snella e informatizzata. Infatti, i sistemi multilaterali di negoziazione si pongono come concorrenti diretti del classico modello di borsa valori proprio in quanto sono basati su sistemi informatici innovativi che consentono la creazione di un mercato dei titoli virtuale in cui l’esecuzione degli ordini avviene in tempi brevissimi e con un impiego minore di personale, il che come è ovvio si traduce in minori costi di commissione per ogni ordine eseguito.
L’efficienza di questi mercati dei titoli alternativi però non va a detrimento della sicurezza delle operazioni da essi poste in essere e della trasparenza nei confronti degli investitori, infatti essi sono stati introdotti e sono disciplinati dalla direttiva MiFID (“Market in Financial Instruments Directive”, 2004/39/CE), ossia la fonte normativa che ha previsto dal 2007 più stringenti obblighi di trasparenza per tutti gli intermediari, banche comprese, nella prestazione dei servizi di investimento. In base a tale disciplina i sistemi multilaterali di negoziazione sono soggetti non solo al regime di trasparenza ordinariamente previsto, ma anche a ulteriori requisiti, che ad esempio impongono una pronta e precisa divulgazione al mercato di tutte le operazioni per il loro tramite concluse e la pubblicazione anche dei prezzi ad esse relativi. Per completare il quadro va puntualizzato che questo soggetto ibrido, a metà strada tra l’intermediario e il mercato finanziario, è soggetto alla vigilanza della Consob ed alle azioni sanzionatorie da essa irrogabili in caso di mancato rispetto della disciplina. I vantaggi competitivi in termini di prezzi per operazione più bassi e di maggiore efficienza nell’esecuzione degli ordini hanno finora ricevuto una risposta positiva dalla collettività degli investitori, specie quelli più sofisticati, che si rivolgono a questi soggetti in particolare per negoziare determinate tipologie di strumenti finanziari (es. obbligazioni, azioni di imprese medio-piccole, derivati quali gli swaps) sfruttando la specializzazione dei sistemi multilaterali di negoziazione in segmenti ben precisi del mercato finanziario, contrapposta alla tendenziale onnicomprensività delle borse tradizionali, presso le quali sono negoziate numerose ed eterogenee tipologie di strumenti. Questi mercati alternativi però non sono di esclusivo appannaggio di investitori professionali quali fondi o società di investimento, in quanto sono in grado di offrire un servizio di trading ad elevata tecnologia e a costi contenuti anche per investitori comuni, ai quali è consentito connettersi al loro sistema informatico e porre in essere ordini anche di entità più contenuta, mantenendo prezzi competitivi rispetto a quelli praticati dai canali convenzionali, come lo sportello della propria banca.
A tre anni dalla loro introduzione è relativamente presto per affermare con certezza se i sistemi multilaterali di negoziazione rappresenteranno il futuro degli scambi in strumenti finanziari, certamente fino ad ora hanno avuto l’indubbio pregio di innescare nel mercato finanziario delle sane dinamiche di competizione che hanno portato ad una riduzione dei costi e soprattutto ad una spinta di tutto il settore verso un maggiore sviluppo tecnologico. Grazie al loro apporto si è infatti intensificata la ricerca di software che rendano le operazioni sempre più precise, veloci ed efficienti, il che, a ben vedere, rappresenta sicuramente il futuro della finanza globale.
Buongiorno,
con ritardo leggo questo interessante articolo e vorrei sapere attualmente quali soggetti oggi stiano operando questi sistemi multilaterali di negoziazione.
Grazie