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Il piano B (il quarto) per salvare la Terra

Di 29/07/2010Marzo 15th, 2023No Comments

È da poco uscito in Italia il nuovo libro di Lester Russel Brown, padre dell’ambientalismo americano, economista e scrittore statunitense: “Piano B 4.0 – Mobilitarsi per salvare la civiltà”. Può un libro destare le coscienze politiche? E quelle della gente? Brown illustra il suo punto di vista sulla questione ambientale in rapporto all’economia “anche se ci sarà una grande crescita economica, ci sarà abbastanza acqua? E che andamento avranno i prezzi e la disponibilità di cibo?”. Chi valuta le crisi economiche spesso non considera le variabili climatiche, eppure sono indicatori importanti per comprendere il futuro della natura e quindi dell’umanità.

Lester Brown è autore di oltre venti libri sui problemi ambientali globali che sono stati tradotti in oltre quaranta lingue. “Piano B 4.0 – Mobilitarsi per salvare la civiltà” può essere considerato come una versione aggiornata del suo famoso precedente “Piano B 3.0”, uno dei migliori libri sull’argomento della sostenibilità ambientale. Lo scrittore ci dà due notizie, una cattiva e l’altra, per fortuna, buona. Quella cattiva è che noi consumiamo tutto quello che la Terra produce: riscaldamento globale, picco del petrolio e impoverimento dei suoli e delle riserve ittiche vanno a colpire proprio la capacità del nostro pianeta di produrre cibo. La buona notizia è invece che esiste un piano per salvarci.
Si chiama Piano B, e ci dice cosa fare e perché. Approfondiamo meglio.

Brown sostiene che la più grave minaccia agli equilibri geopolitici sta “nel mix esplosivo tra competizione per le scarse risorse idriche e agricole, alti prezzi del cibo, aumento degli affamati, effetti del cambiamento del clima e pressione demografica. Ogni sera si siedono a tavola a cena 216.000 persone in più rispetto al giorno prima, ed è una crescita destinata ad accelerare. Il modello economico dominante non si preoccupa di risolvere la trappola demografica e alimentare”. Diventa quindi fondamentale la domanda: “in quale modo verrà prodotta l’energia di cui abbiamo bisogno? Quali conseguenze avrà sul futuro del clima?”.

L’elevato impatto dell’uomo sui sistemi naturali rischia di mettere in crisi la nostra sopravvivenza. La possibilità che lo stesso mercato troverà il modo di neutralizzare gli inquinanti che stiamo disperdendo nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo è fortemente in dubbio.
Il disastro ecologico del Golfo del Messico ha messo tutti di fronte all’incapacità di gestire e prevedere questo tipo di tragedie ambientali.
Saremo davvero disponibili e sopratutto capaci di liberarci dalla dipendenza dal petrolio e carbone, proprio ora che Cina e India si impongono all’attenzione globale con la loro inesauribile fame di materie prime?

Per Lester Brown bisogna imboccare già da oggi una strada per ridurre su scala globale e locale sprechi e inefficienze con una strategia in cui non sono ammessi spettatori: ciascuno di noi ha un ruolo chiave da giocare. Perseverare con il modello economico attuale, che sta distruggendo i propri ecosistemi di supporto e spianando la via a pericolosi cambiamenti climatici, non è più un’opzione percorribile. I fatti recenti rischiano di spingere a un punto di rottura l’intero sistema dell’economia mondiale. La nostra sfida consiste nel costruire un nuovo sistema, prevalentemente alimentato da fonti energetiche rinnovabili, dotato di un sistema di trasporti estremamente differenziato e che riutilizzi e ricicli i propri scarti in maniera efficiente. Ed è indispensabile farlo ad una velocità senza precedenti, perché continuare con il modello economico attuale non è più un’opzione considerabile.

Infine per Brown il nucleare non è una strada percorribile poiché oltre che pericolosa è soprattutto antieconomica: “Sbaglia chi crede che il nucleare  sia economico. Se s’include lo smaltimento delle scorie, la gestione e assicurazione del reattore in caso di incidenti e di smantellamento delle centrali, l’energia nucleare non è competitiva. E non è un caso che Wall Street da 30 anni non investa sul nucleare: sanno che non conviene. In Italia il nucleare è stato proposto per rispondere alla grande domanda di energia dell’industria, ma non si riflette sul fatto che questo Paese abbonda delle tre principali fonti rinnovabili: geotermico, eolico e solare.  Com’è evidente, il problema non è tecnico ma politico: ci vuole una mobilitazione mondiale rapida e i potenti devono rendersi conto che c’è una convenienza economica nel riconvertire l’industria verso il sostenibile”. Un libro imperdibile, che non può mancare sul comodino del moderno ambientalista ma che sarebbe opportuno che venisse letto soprattutto da tutti coloro che hanno qualche responsabilità. E chi non ne ha?