Nel bel mezzo della peggiore recessione per l’economia italiana da decenni a questa parte, i primi dati profilano il 2009 come un anno di boom per il fotovoltaico in Italia. Mentre il Pil si è inabissato del 5%, il fotovoltaico è cresciuto del 72% in termini di potenza installata (da 340 megawatt a fine 2008 a oltre 580) con un fatturato di 2,34 miliardi (crescita del 28%), secondo il Solar Energy Report del Politecnico di Milano. “Il 2009 è stato a chiaroscuri – osserva Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy Strategy group del Politecnico di Milano e coordinatore dello studio – la prima metà è partita lentamente, sotto l’impatto della crisi e della rarefazione delle risorse finanziarie e solo nella seconda metà c’è stata l’accelerazione, soprattutto perché la fine del regime attuale di incentivazione cominciava ad avvicinarsi è così il limite a 1200 gigawatt installati del conto energia.
Ed è una corsa ancora in atto, che prevediamo permarrà per tutta la prima parte del 2010. Poi, con il nuovo conto energia (e tariffe più basse) sconteremo un rallentamento vero”. Il 2009 è stato quindi un anno di forte competizione sul mercato italiano, ancora oggi uno dei più appetibili al mondo. La recessione mondiale, il drastico taglio agli incentivi da parte di paesi come la Spagna (fino al 2008 il Paese che più spingeva questo tipo di impianti) e la graduale riduzione di quelli tedeschi ha portato numerose imprese internazionali a fare il loro ingresso sull’arena italiana con un taglio dei prezzi in media del 30%, partito dalla sovraccapacità nella produzione del polisilicio di base e che ha coinvolto la redditività di tutta la filiera, riducendola. A farne le spese le imprese made in Italy, che hanno dovuto fare i conti con concorrenti, asiatici e non, quanto mai agguerriti. Le aziende italiane hanno dovuto giocare in difesa, molte anche bene, per reggere l’urto. Automatizzando i processi produttivi, cercando di sviluppare efficienze anche se, nella sostanza, poco è cambiato nella situazione di dipendenza italiana per la materia prima base, il polisilicio. E’ attraverso la ricerca che si delineano nuove soluzioni per la drammatica stagnazione economica. Il contrasto tra i dati macroeconomici e la crescita del fotovoltaico rende evidente la necessità di investimenti di ricerca in nuovi campi, soprattutto in un ambito di primaria importanza come quello energetico.