Provate mai disgusto nel leggere determinati commenti lasciati dagli utenti sotto ai post di notizie di cronaca di qualsivoglia natura, dallo sport alla politica, dalla nera al gossip? Io sì, ripetutamente. E non vi dico cosa alcuni si spingono a scrivere alle redazioni dei giornali con email o messaggi privati sui principali social network.
Mi chiedo cosa possa spingere una persona a mettere nero su bianco offese e giudizi lapidari, e a rivolgere i peggiori epiteti a chi la pensa diversamente, a chi magari sciaguratamente cede alla tentazione di rispondere e infilarsi in una discussione in cui la bestia da tastiera vuole per forza avere l’ultima parola. Odio. Odio a prescindere. Odio feroce. Chilometri di insulti tra persone che nemmeno si conoscono.
Perché? Davvero viviamo in una società dove pensarla diversamente basta per essere offesi, additati, odiati, messi alla gogna e violentati pubblicamente? Sì. Esiste un pubblico becero sui social, con diritto di voto fuori dai social, che ama odiare e insultare il diverso, chi non la pensa in modo omologato (omologato a chi poi?), chi osa dissentire. E non prova nemmeno vergogna, perché lungo la strada prima o poi trova un suo simile pronto a dargli manforte, a infiammare ancora di più la discussione, in un crescendo cui solo l’arrivo di un nuovo bersaglio può porre fine. Perché l’odio non si placa, al limite sposta il mirino.
Sembra perduta la capacità di dibattere in modo civile e stimolare un confronto tra pensieri differenti. Di accettare una critica anche profonda se argomentata ed esposta in modo urbano. Di accettare. Punto. Accettare che possa esistere un pensiero diverso dal nostro.
Sento di dover lasciare un messaggio agli odiatori: fate attenzione, perché un giorno o l’altro potreste essere voi i portatori di diversità, finire voi nel mirino del prepotente che trasuda bile, e cadere nello stesso tritacarne alimentato dall’odio dei vostri simili. Perché chi odia, in fondo, non si sente simile a nessuno. Si sente superiore, migliore degli altri, forte di molteplici verità infilate a forza tutte nella stessa tasca. Che barba, conoscere solo verità… Il dubbio e la curiosità ci salveranno.
di Davide Bianchini