Avrete sicuramente sentito o letto diverse volte il termine bizantino o bizantinismo riferito a situazioni artificiosamente ingarbugliate, cavillose o inconcludenti. Il termine nasce da Bisanzio, che fu l’antico nome della città sul Bosforo poi ribattezzata Costantinopoli in onore dell’imperatore romano Costantino e quindi Istanbul dopo essere stata conquistata dai Turchi Ottomani nel 1453, diventando la capitale del Califfato Islamico.
Ma come si è arrivati ad accostare l’antico nome di Istanbul a questo concetto? Sicuramente l’origine del termine nasce dal periodo decadente dell’Impero Romano d’Oriente, conosciuto anche, appunto, come Impero Bizantino. Caratterizzato da una cultura romana fortemente grecizzata, l’Impero Bizantino negli ultimi secoli della propria esistenza si vide dilaniato da lotte intestine e si trovò a fungere da cuscinetto tra la ripresa aggressiva dell’Occidente cristiano e la veloce espansione delle forze dell’Islam del Medio Oriente. In questa situazione di precario equlibrio la cultura bizantina tuttavia ribolliva di dibattiti dotti e accaniti, raffinati e sottili, forse pure troppo. E’ noto infatti che, nei giorni precedenti al fatidico 29 maggio 1453, il giorno in cui i feroci giannizzeri di Maometto II espugnarono la città, nel frastuono delle bombarde e nel clangore delle armi i sapienti bizantini erano riuniti in un convegno teologico in cui si dibatteva sul sesso degli angeli. Ed anche quest’ultimo argomento congressuale è passato alla storia, suo malgrado, come modo di dire che esprime l’assoluta futilità di una diatriba verbale.