Skip to main content

Quando è possibile davvero definire una città intelligente? Quando ci si può riferire a una città con l’appellativo di smart city? E’ l’automatizzazione dei servizi che fa la differenza o la sua perfetta programmazione?
Possiamo dire che una smart city è tutto questo, ma è il caso di lasciar emergere un concetto ancora più sottile. Una città è davvero smart quando diventa un confortevole alveo dove scorrono le vite dei propri abitanti, un agglomerato urbano che non spreca, non inquina, che cresce con una spiccata attenzione all’ambiente, che sorveglia i propri cittadini senza spiarli. Ma soprattutto, personalmente credo che una città – che si parli di una piccola cittadina o di una metropoli – diventi una smart city quando si sviluppa nello sviluppo, quello del talento dei propri abitanti e quello del dinamismo del proprio tessuto economico.
Essere smart per una l’economia di una città infatti non significa solamente attrarre investitori e nuove aziende da fuori. Si diventa smart quando la città è in grado di analizzare sé stessa innanzitutto con uno sguardo lucido sulle proprie potenzialità e sui propri bisogni, quando i sensori e le app diventano una soluzione ad esigenze vive e importanti, non orpelli da esibire alla fiera della vanità tecnologica. La governance di un territorio urbano non è solo sulle spalle della classe politica deputata ad amministrarlo, ma deve necessariamente partecipare anche il substrato economico, imprenditoriale, scientifico e creativo: tutti coloro che per mestiere ideano soluzioni e che nel sangue hanno l’amore per la propria terra e il desiderio di migliorarla.
Smart city significa città intelligente, e l’intelligenza di una città, che per definizione è un agglomerato di abitanti, si raggiunge coagulando l’intelligenza dei suoi cittadini attorno ai problemi che sorgono, nuovi o vecchi che siano.
Abbandonate l’idea di una fredda città automatizzata, come quella di Blade Runner. Una smart city è – e deve essere – una città brillantemente risolta nella propria anima urbana, e mossa non solo dalla robotica o dall’intelligenza artificiale, ma innanzitutto dal profondo amore e dal luminoso talento dei propri cittadini.