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Siamo a Parigi, nel 1850. Sul quotidiano La Presse del 25 ottobre compare un annuncio incredibile: comunicare in modo istantaneo da una parte all’altra del mondo è possibile. A scriverlo è Jules Allix, intellettuale e attivista politico, illustrando gli esperimenti di Jacques Toussant Benoît.

Benoît aveva scoperto che una coppia di lumache, se cresciuta insieme in particolari condizioni, poteva sviluppare una forma di telepatia. Anche se separate, le due lumache sarebbero state in grado di comunicare tra di loro. Benoît aveva quindi costruito una bussola pasilalinica simpatetica: due dischi in legno, ciascuno dotato di un foro per ogni lettera dell’alfabeto. In ogni foro era inserita una lumaca, con il criterio che due animaletti collegati telepaticamente si trovassero su lettere corrispondenti. In questo modo, accarezzando una lumaca alla lettera “A” del primo disco, si poteva osservare il movimento della lumaca corrispondente nel secondo disco. E questo sarebbe accaduto a qualsiasi distanza, istantaneamente.

Ben presto la bussola si rivelò una bufala, ma all’epoca dell’annuncio molti francesi credettero di poter comunicare, magari con l’America, alla velocità del pensiero. Del resto, erano gli anni in cui si iniziava a sentire parlare di telegrafo, e ancora affascinavano le idee di Franz Anton Mesmer, secondo cui gli esseri viventi emettevano un fluido magnetico capace di compiere incredibili prodigi. Oggi la storia delle lumache simpatetiche può fare sorridere ma ci costringe anche a chiederci: i nostri sogni e i risultati incredibili raggiunti dalla tecnologia e dalla scienza, cosa ci portano a credere?