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15355272_mlChi fa impresa può permettersi di aver paura di una rivoluzione industriale? No di certo – mi permetto di rispondere – poiché il mercato è costantemente in movimento e mette imprenditori e aziende davanti a situazioni sempre nuove. Eraclito diceva che non ci si può immergere due volte nello stesso fiume, perché l’acqua che vi scorre sarà sempre diversa: così è il mercato per l’impresa.
Parafrasando il filosofo greco, stiamo entrando in un fiume completamente nuovo, che per noi operatori economici è meglio conosciuta come Industria 4.0. Parliamo sostanzialmente della nuova rivoluzione industriale, che i sistemi produttivi e di vendita stanno affrontando per approdare a una nuova era di consumo e fruizione di beni e servizi.
E torniamo al discorso iniziale: siamo pronti ad affrontare una rivoluzione? Dobbiamo esserlo. L’Industria 4.0 metterà in discussione molte certezze stratificate da anni di bonaccia economica, un modo di produrre e lavorare che è ormai obsoleto. Ci porrà sfide logistiche globali, mettendoci però a disposizione strumenti potenti e inimmaginabili solo una manciata di anni prima. Ci sfiderà sul piano delle nostre certezze sul tema del lavoro, automatizzando i processi come mai avevamo immaginato prima, ma richiedendo all’elemento umano specializzazioni diffuse, impegnative capacità decisionali, offrendo contestualmente anche un diverso work life balance. Ci proporrà nuovi schemi mentali in fatto di proprietà dei mezzi di produzione e di condivisione delle informazioni. Impareremo (se non lo abbiamo già fatto) a integrare il nostro dizionario personale con parole ed espressioni come cloud, Internet of Things, reshoring o cyber-physical systems.
Impareremo a cavalcare questa quarta rivoluzione industriale, e lo faremo al meglio. Magari cominciando anche a immaginare come sarà la quinta.