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busta-arancioneSono passate ormai diverse settimane dall’emissione delle prime buste arancioni da parte dell’Inps, progetto mirato alla diffusione di informazioni sulla prospettiva di pensionamento, dando una indicazione sia in termini di decorrenza che di proiezione di calcolo economico della futura rendita.
La complessità delle normative odierne e la diversificazione delle varie tipologie di lavoro, pensiamo ad esempio alla presenza della gestione separata Inps che racchiude dagli amministratori di società fino ai collaboratori, crea percorsi di potenziali diritti a pensione diversi rispetto alle casistiche più conosciute.
L’attuale normativa prevede un pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. La presenza di contribuzione versata in gestione separata permette di valutare un pensionamento con 40 anni e 7 mesi di contributi più finestra con la normativa della totalizzazione oppure permette di valutare altre tipologie pensionistiche con il computo o il cumulo.
Per la pensione di vecchiaia invece il requisito minimo di contributi da raggiungere sono i 20 anni con una età di 66 anni e 7 mesi per gli uomini, per le donne invece i requisiti sono 65 anni e 7 mesi con contributi tutti da lavoro dipendente o 66 anni e 1 mese in presenza di contributi da lavoro autonomo.
Pertanto una analisi competente e attenta degli estratti Inps permette, prima di tutto di correggere le eventuali anomalie riportate e, in secondo luogo, di individuare quali percorsi lavorativi devono essere valutati e suggeriti per ottimizzare al meglio le opportunità di pensionamento che la normativa mette a disposizione. Una scelta importantissima, dato che la contribuzione versata genera anche diritti a pensioni di reversibilità volte alla tutela di coniugi e figli.