E’ ufficiale. Negli anni abbiamo tutti gettato nell’immondizia migliaia di euro. Come? Liberandoci dei nostri vecchi telefoni cellulari anni Novanta, magari ancora funzionanti, solo per rincorrere il nuovo modello più ricco di funzioni. Ora quei vecchi apparecchi, a patto che siano tenuti bene, valgono parecchi soldi. E i collezionisti se li contendono. Vip compresi. Hanno fatto il giro del mondo le foto di Anna Wintour, direttrice di Vogue Usa, con il suo flip-phone. Immagini che hanno contagiato il cuore di trendsetter e aspiranti star con il desiderio di farsi notare. Per il resto, l’importante è accontentarsi delle funzioni basiche: telefonare e inviare/ricevere sms. Sempre che sia possibile per l’uomo moderno vivere senza Whatsapp per godere – come già detto in una precedente puntata di questa stessa rubrica – di ricezione affidabile e batteria infinita.
Un recente articolo di Wired ha gettato benzina sul mio personale fuoco dei rimpianti. Chi non ha avuto un Nokia 3310 o 8110? Oggi valgono 300 euro. Lo StarTac 130, 450 euro. Il modello StarTac 70, 500. Infine il più costoso e sorprendente: l’Ericsson T10 – sì, quello colorato, con l’antenna e lo sportellino – se in buono stato e perfettamente funzionante, trova nelle aste internazionali acquirenti disposti a spendere fino a 2 mila euro.
Per chi non può permettersi di investire uno stipendio in un telefono cellulare di 15 o più anni fa esistono sempre aziende in grado di rigenerare vecchie carcasse e riportarle in vita. Una è francese, la startup Lekki: Nokia, Motorola, Sony Ericsson rigenerati vengono venduti con prezzi da 80 a 300 euro.