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“Venghino siori, venghino!”. Il teatro dell’assurdo è online, e si trova anche tra le pieghe dei siti di e-commerce più frequentati. Il 2012 è stato l’anno in cui le grandi catene del web, da Amazon a eBay, hanno aperto i loro primi showroom reali – negozi pop-up dove i clienti vanno a vedere e toccare con mano i prodotti prima di acquistarli in rete – ma la crescita del commercio online è inarrestabile: secondo una statistica pubblicata di recente su La Repubblica, il valore degli scambi commerciali virtuali in Italia nel 2012 è stato pari a 9,621 miliardi di euro, con una crescita del 18% rispetto ai dodici mesi precedenti. Briciole, se paragonate ai 262,7 miliardi di dollari degli Stati Uniti, ma comunque indicative di una tendenza che sembra irreversibile: il consumatore, ormai, compra in rete, comodamente seduto sulla poltrona di casa. E, protetto dall’anonimato di computer, tablet e smartphone, si sbizzarrisce. Perché se esiste un posto dove si può comprare letteralmente qualunque cosa, quello è proprio la rete. Assurdità geniali, disgustosi scherzi per nostalgici dei tempi delle scuole medie, prodotti vintage anticati ad arte: c’è davvero di tutto. E questo per quel che riguarda la parte visibile del web: perché molto accade sotto la superficie e ha dimensioni ben più grandi, inimmaginabili.Dicevamo della rete come un serbatoio di assurdità: a volte utili, molto più spesso vicine al confine labile tra genio e stupidità. Per esempio, avreste mai pensato che una forchetta potrebbe aiutarci a scontare gli eccessi natalizi? La HapiFork è una posata dotata di sensori elettronici: se si mangia troppo rapidamente, una vibrazione avvisa l’ingordo commensale mentre le informazioni vengono caricate su tabelle online per tenere monitorati i suoi progressi. Il tutto a soli 75 euro, con la promessa di poter finalmente dimenticare tutte le diete martirizzanti a cui si sottopone chi vuole dimagrire. Ma non finisce qui, perché tra le cose utili che si possono comprare in rete la Linestanding, per esempio, mette in vendita sul proprio sito persone che possono fare la fila o partecipare ai congressi al vostro posto. Con il tempo libero guadagnato, si potrebbe anche pensare di noleggiare una celebrità – sul portale Millionaires Concierge – e partecipare a una serata di gala, facendo un figurone. Quanto alle idee regalo, non c’è che l’imbarazzo della scelta: siti come Stupid.com, I Want One Of Those e ThinkGeek ospitano un profluvio di oggetti inverosimili. Si va dalla carne di unicorno in lattina (che contiene in realtà un peluche dell’animale già smembrato secondo i tagli per la macellazione), a una t-shirt decorata da una vera chitarra elettrica (c’è anche l’amplificatore!). Poi ci sono gadget da ufficio imperdibili, come il bottone del no – per rifiutarsi di svolgere un compito in venti tonalità diverse – o il timbro per bollare con un sonoro wtf (acronimo di what the fuck, espressione che non tradurremo per signorilità) i progetti più astrusi; e ancora un barattolo di flatulenze (vuoto, ovviamente, ma con tanto di etichetta a certificare il contenuto). Non siete ancora soddisfatti? Bene, perché allora possiamo proporvi bare personalizzabili, pezzi di Luna, frammenti di uranio, basi missilistiche abbandonate, città deserte (un piccolo centro texano chiamato Albert, messo su eBay nel 2007 per 2,5 milioni di dollari) e perfino il piede di un soldato che aveva combattuto durante la Guerra civile Americana. Ma c’è qualcosa di ancora più incredibile in vendita: il niente, ovvero una sfera di plastica vuota con su stampata la scritta Nothing – il regalo perfetto per chi ha già tutto o per chi suole ricordarvi “Mi raccomando: per il mio compleanno non voglio niente”.Siamo arrivati al punto di non ritorno, quello oltre al quale non può ragionevolmente esserci nulla, giusto? Sbagliato. Ciò che sta sotto la superficie è immensamente più grande di quello che tutti possiamo trovare e comprare con facilità. Ed è parecchio buio e inquietante: è il deep web. Ci sono siti che i tradizionali motori di ricerca non conoscono. O meglio: siti che gli spider non sanno dove cercare. Eppure esistono, e sono migliaia. Già dieci anni fa si calcolava che il deep web fosse almeno cinquecento volte più ampio di quello normale, ma non esistono statistiche più recenti. Dentro vi si trova di tutto, e il mercato dell’illegalità è florido e variegato. Droga, armi, pedopornografia. C’è chi vende documenti falsi, chi offre i propri servigi come assassino. Tutto questo è a portata di clic, senza che sia indicizzato dai motori di ricerca. Per accedere occorre installare un software gratuito come Tor che consente una navigazione invisibile: i dati relativi al traffico vengono fatti rimbalzare su così tanti server da impedire a chiunque di risalire alla provenienza di una singola connessione. Sulla barra degli indirizzi del browser appare una cipolla che è il simbolo degli strati di questo web segreto, dove si nascono i siti .onion, da navigare in totale – e reale – anonimato. Sia chiaro: di per sè anonimato non è sinonimo di illegalità. Va sottolineato perché il progetto Tor non è stato sviluppato con l’intenzione di delinquere, tanto che, tra i finanziatori, ci sono stati Electronic Frontier Foundation, Human Rights Watch e perfino Google. Una connessione anonima può essere la salvezza per gruppi di ribelli o di attivisti, oppure può essere lo strumento per fare di tutto, rendendosi invisibili: é chi ne dispone a sceglierne l’uso.Il portale sovrano di questo mondo sommerso è Silk Road. È diviso in argomenti tematici, e gli acquisti si possono fare con i bitcoin. In tanti, qui, cercano droga. Ce n’è per tutti i gusti, con tanto di feedback lasciati dagli utenti sull’affidabilità di chi vende. Ma come accade nella realtà, legale e illegale convivono senza problemi. Libri e dischi si vendono accanto ad armi, documenti falsi e ketamina. E c’è il sesso, in quantità e forme al di là della più fervida immaginazione. Eppure, nonostante tutto, in questo abisso ci sono barlumi di etica: i tanto temuti hacker del gruppo Anonymous hanno da poco attaccato e smantellato una delle reti di pedopornografia più vergognose, la famigerata Lolita City. E questi sono solo i più famosi luoghi di quello che assomiglia all’inferno dantesco con milioni di siti irraggiungibili se non se ne conosce l’indirizzo corretto e con i quali si va sempre più giù: sette, luoghi dove riciclare il denaro sporco, un assassination market dove commissionare omicidi. Tutto sta in che cosa si cerca.