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Economia

Fedele, pratico, reattivo: chi è?

Di 28/09/2011Marzo 15th, 2023No Comments

Fedele all’azienda, pratico, reattivo e abituato a gestire le emergenze. È questo l’identikit del manager delle PMI dell’Emilia Romagna, emerso dalla ricerca finanziata dalla Fondazione IDI – Istituto Dirigenti Italiani e condotta da Centro Servizi PMI in collaborazione con le Federmanager e le Confapi dei territori di Reggio Emilia, Modena e Bologna. La ricerca è stata condotta nei mesi di aprile e maggio scorsi, somministrando un questionario sulle pratiche e le competenze manageriali a 103 alti, medi e bassi dirigenti di piccole e medie imprese emiliane. Il 72% degli intervistati opera in aziende manifatturiere, per lo più con oltre 150 dipendenti. Il 45% del campione ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. Se a questi aggiungiamo il 45% di intervistati tra i 50 e i 59 anni, si ottiene la fotografia di un management esperto ma non giovanissimo. Molto ridotta anche la rappresentanza femminile: solo il 9%. Oltre il 50% del campione dichiara di operare in contesti di elevata complessità ma con alto grado di autonomia; nella maggior parte dei casi gli intervistati si riconoscono infatti come top o middle manager; solo in percentuale inferiore (il 17%) come line manager. Attraverso il questionario, i manager intervistati hanno fornito informazioni sull’ambiente organizzativo, le pratiche manageriali, le competenze utilizzate, le esperienze formative realizzate e quelle ideali. L’obiettivo della ricerca era quello di analizzare pratiche di lavoro di dirigenti e quadri direttivi, per rilevarne in particolare le necessità formative. Secondo quanto emerso dai risultati, il mestiere del manager è fondato soprattutto sui processi decisionali e sulla gestione delle informazioni.

Per quanto riguarda la pratica del comunicare le principali criticità emergono quando si parla del rafforzamento della cultura aziendale, attività ritenuta particolarmente critica, perché considerata strategica ma di difficile realizzazione. La capacità di conservazione delle relazioni, al contrario, è considerata meno problematica. La raccolta della diffusione delle informazioni è un altro aspetto su cui emergono difficoltà.
Sul fronte delle pratiche di gestione dell’organizzazione, si rileva una netta scelta fra attività ritenute di maggior importanza, come “sviluppare strategie”, “decidere” e, in misura minore, “identificare obiettivi”; e attività che vengono attuate con difficoltà, come “gestire imprevisti”, “controllare”, “allocare risorse”.
La gestione degli imprevisti appare l’aspetto più contraddittorio in realtà nelle opinioni dei manager: pur evidenziandone la problematicità, oltre il 50% la ritiene una “competenza consolidata” della propria attività. Si tratta di un segnale da non sottovalutare, perché suggerisce come la classe dirigente emiliana sia abituata ad affrontare le emergenze forse troppo spesso, non disponendo probabilmente di sufficienti strumenti di prevenzione.

Passando alla pratica della gestione delle persone, “far crescere le persone” è al tempo stesso giudicata l’attività manageriale più strategica ma anche più problematica. Quella di più critica attivazione risulta “costruire reti di competenza”, anche se non è ritenuta particolarmente strategica. Relativamente alla pratica manageriale della gestione delle attività, è la “gestione dei progetti” ad essere considerata l’attività più strategica, mentre “rafforzare coalizioni” è valutata la pratica più problematica da realizzare. Anche in questo caso emerge un atteggiamento fortemente orientato all’obiettivo ma in difficoltà nella prevenzione dei problemi: la risoluzione degli imprevisti è giudicata più problematica che strategica. Dall’incrocio dei risultati, la priorità di sviluppo della figura del manager è la gestione del capitale umano. Una conclusione supportata dall’ultima parte della ricerca, che riguarda la formazione: quella svolta nell’arco dell’ultimo anno dal management intervistato ha riguardato prevalentemente tematiche legate a leadership e gestione dei gruppi, e competenze relazionali. Si tratta anche degli argomenti tra i più indicati nella risposta sulla formazione “ideale”, che ha visto una preferenza alta per temi quali la leadership, time management, team building e processi di negoziazione e delega.

A tirare le somme è la presidente del Centro Servizi PMI Cinzia Rubertelli: “Come loro stessi hanno dichiarato, i manager e gli imprenditori delle nostre piccole e medie imprese che hanno cercato in Emilia Romagna occasioni di approfondimento e confronto sulle pratiche caratteristiche del loro lavoro manageriale, non hanno sempre trovato sul territorio risposte adeguate alle proprie esigenze: Sarà quindi nostra cura, in ciascuna delle sedi territoriali di Centro Servizi PMI, approntare un’offerta di aggiornamento e alta specializzazione progettata ad hoc per le PMI ed erogata con modalità consone alle esigenze di questo target. Quest’offerta sarà attiva già dall’autunno, proprio per dare un segnale forte e tempestivo di sostegno ai processi di sviluppo e innovazione delle imprese emiliano-romagnole piccole e medie, che continuano a rappresentare in maniera prevalente il tessuto economico locale”.