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Ci vuole carattere per stare di fronte ad una tigre e non temerne lo sguardo. Ce ne vuole sicuramente per gestire uno staff di 80 persone (che diventano 150, se sommiamo anche quelle all’estero) e decine di spettacoli ed esibizioni in tutto il mondo: questo è oggi la famiglia Togni, arrivata alla quinta generazione circense.

Livio, figlio di Darix, soprannominato “l’uomo dei leoni” ci racconta: “Mio padre era un grande personaggio ma soprattutto un grande uomo che amava la sua famiglia. Ecco un concetto cardine: la famiglia. Quando si cresce imparando a coltivare valori forti in cui credere, diventa facile, spontaneo e naturale trasmetterli a chiunque ti stia intorno; noi crediamo molto nella forza di questi valori e siamo stati fortunati”.

Non faccia il modesto: è giusto prendersi il merito se si svolge bene il proprio lavoro…
Certo, ma nella vita bisogna necessariamente avere fortuna: quella di nascere con doti particolari, per esempio. Se qualcuno ha la fortuna di possedere qualità che lo distinguano e valori di cui andare fieri beh… già questo, è una grande fortuna ed è un ottimo punto di partenza.

La sua carriera circense è nota, non da meno l’impegno politico che l’ha vista eleggere senatore nel 2001: è riuscito a trasportare in politica, quei valori di cui parlava poco fa?
In realtà credo di si, anche se devo ammettere che la politica non è pronta per un approccio così trasparente alle problematiche.

In che senso?
L’etica, la morale, la responsabilità e la correttezza: se sei dalla parte del controllo, sono questi i valori che dovrebbero stare alla base. Se c’è un problema da risolvere, bisogna lavorare sodo, con dignità e impegno: credo che un leader abbia il dovere di essere soprattutto un esempio da seguire e un promotore di buone pratiche.

Ed è per questo che oggi rimane lontano dagli impegni della politica? Il suo modo di essere leader, le ha procurato problemi?
Come avrà capito, ho un modo molto diretto di esprimermi e anche di espormi: raramente mi perdo in inutili giri di parole ma in certi ambienti questa schiettezza va dosata con cura. è vero, la politica mi ha reso più cinico e ho capito che per restare in quell’ambiente, avrei dovuto “corrompere” il mio modo di essere. Non mi fraintenda, abbiamo fatto cose buone e non rinnego un impegno in cui ho sempre creduto, ma sono abituato a mettere molto entusiasmo in quello che faccio e l’impotenza, la superficialità, l’incuria non mi sono mai appartenute.

Parliamo dei giovani: chi sono, da dove vengono e cosa si aspettano quelli che intraprendono questo tipo di lavoro?
La maggior parte di coloro che si avvicinano al mondo del circo, cerca una strada per vivere sentendosi libero: la libertà e la creatività vanno a braccetto, e l’una comporta necessariamente l’altra. Oggi abbiamo una quarantina di ragazzi italiani nella nostra squadra, e alcuni sono addirittura di Rio Saliceto. Quando assumo un nuovo collaboratore o una collaboratrice (le donne sono flessibili, intelligenti e capaci, mi piace molto lavorare con loro) cerco subito di capire cosa vorrebbe fare, perchè per mettere davvero passione nel proprio mestiere, è necessario prima di tutto amarlo.

Spesso le critiche più aspre, rispetto al vostro lavoro, sono legate all’utilizzo degli animali negli spettacoli: voi quale scelta avete fatto, animali si oppure no?
Animali sì, il circo non sarebbe la stessa cosa senza di loro. Certo, si possono anche fare spettacoli che non presuppongano la loro presenza, ma gli animali non soffrono assolutamente e vengono trattati con tutte le attenzioni dovute. Vede, anche tra animalisti, esistono personaggi che per difendere i propri interessi particolari (o anche solo per ottenere visibilità) sarebbero disposti a dire qualsiasi cosa.

Torniamo da dove siamo partiti: la sua famiglia. 4 figli (2 maschi e 2 femmine) e alcuni hanno già intrapreso la carriera circense… la sua capacità di essere leader e trascinatore, dev’essere davvero sviluppata!
Per la verità li ho sempre lasciati liberi di decidere per il proprio futuro, scegliendo comunque una strada che li rappresenti, qualunque essa sia: sono convinto che si debba partire dai giovani, dall’educazione al rispetto e all’intelligenza collettiva come unico rimedio alle brutture a cui siamo tristemente abituati al giorno d’oggi. L’equilibrio deriva certamente dagli errori commessi e dalle consapevolezze maturate con l’esperienza, ma è necessario saper riconoscere i propri limiti ed agire sempre con grande umiltà; ecco un’altra lezione di mio padre.

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