In questi giorni di gravi preoccupazioni, tra gli altri, si sente spesso un mantra che recita più o meno così: l’industria italiana necessita di un rinnovamento, che le consenta di recepire e incorporare pienamente l’efficienza garantita dalla tecnologie più moderna e d’avanguardia. In particolare, il contesto di incertezza sul futuro delle energie e dell’ambiente, pone l’accento su tutta la famiglia di tecniche, servizi, accorgimenti volti a consentire risparmio energetico e un minore impatto della produzione industriale. Si chiama sostenibilità ambientale ed è ormai identificabile come un vero e proprio settore economico autonomo che prende il nome di “green economy”.
E’ un piacere scoprire che nel cuore dell’Emilia più intraprendente e produttiva questa preoccupazione verso un’economia sostenibile è concretamente sentita, al punto che diversi comuni del distretto ceramico, assieme a Confindustria Ceramica e alle forze produttive, con il patrocinio di Enti e Istituzioni tra le quali il Ministero dell’Ambiente, hanno organizzato per il prossimo autunno una pregevole iniziativa che si preannuncia unica nel suo genere: il primo Festival della Green Economy di Distretto. L’evento è temporalmente diviso in due parti: una prima che si terrà dal 6 al 9 ottobre prossimi nel comune di Fiorano Modenese e una seconda parte che interesserà da novembre ad aprile 2012 nei comuni di Casalgrande, Castellarano, Castelvetro, Formigine, Maranello, Sassuolo e Scandiano. Il programma si compone di una costellazione di conferenze, seminari, workshop, mostre, iniziative di vario genere, al fine di mostrare e divulgare non solo le più recenti scoperte tecniche del settore, ma anche le buone pratiche che, se applicate nella vita di tutti i giorni, possono apportare un miglioramento consistente dell’impatto ambientale della nostra società.
Per comprendere la portata di tale iniziativa è opportuno parlarne direttamente con chi il festival l’ha organizzato e ha reso possibile la sua realizzazione, a partire dal contesto in cui l’idea ha preso piede. Il primo da interpellare in proposito è sicuramente Claudio Pistoni, sindaco di Fiorano, capofila di questa iniziativa: “Tutto è partito quando, come ente locale, abbiamo cercato di affrontare il problema della crisi economica sia sul lato sociale sia cercando di ricoprire un ruolo attivo nella sua soluzione. Abbiamo quindi voluto – come è nostra abitudine – tradurre i concetti in fatti e abbiamo costituito un laboratorio chiamato La fabbrica delle idee che riunisce imprenditori, associazioni di categoria, enti locali, rappresentanti del mondo della cultura e di tutte le parti sociali. Attraverso questo laboratorio, volto a produrre idee per il territorio e a cercare di realizzarle, abbiamo raccolto numerose proposte sul tema della green economy. Attorno ad esse abbiamo anche riscontrato una partecipazione massiccia di grandi imprese locali, appartenenti al settore ceramico, nostro cuore produttivo, ma non solo, in quanto ogni tipo di industria può essere riorganizzata e migliorata in chiave green”.
In proposito appare chiara anche l’opinione di Alessio Mammi, sindaco di Scandiano, uno degli altri comuni partecipanti all’iniziativa: “Il nostro comune ha una vocazione imprenditoriale fortemente diversificata che va dal manifatturiero, all’enologico, al settore ceramico. Quest’ultimo, pur uscendo da un momento di palese difficoltà, ha messo in campo profonde innovazioni organizzative e di prodotto, studiando modalità per riconvertire la produzione ceramica anche in chiave green, al fine di soddisfare un segmento di mercato di alta gamma, attento a questo tipo di sensibilità. Come enti locali abbiamo riconosciuto la bontà di questa intuizione, dalla quale traggono beneficio tutte le comunità anche in termini di sostenibilità ambientale oltre che economico-sociale, e abbiamo costruito insieme il Festival Green Economy di Distretto”.
Un’altro importante tratto del festival in questione è quello di essere condotto a livello di distretto, in modo da accantonare ogni vetusto campanilismo, e di promuovere un’identità economica che raccoglie tutti i comuni a prescindere dalla loro provincia di appartenenza o dal loro colore politico. “Visto l’interesse suscitato dal tema trattato – precisa al riguardo, Pistoni – il coinvolgimento e il contributo congiunto anche degli altri comuni è stato automatico, declinando i vari aspetti del tema della green economy in base alle peculiarità dei singoli territori e facendo confluire questa varietà negli appuntamenti che compongono il festival. Inoltre ormai credo sia necessario ragionare in una logica di rete territoriale, che riesca ad andare anche oltre la dimensione interprovinciale, creando una sinergia con un numero di soggetti pubblici sempre maggiori, in quanto sono comuni sia i problemi che affliggono il territorio, sia le esigenze di rilancio e le soluzioni da adottare”. “Penso che il Festival Green Economy di Distretto – fa eco, il sindaco Mammi – sia la concreta dimostrazione che se esiste la volontà politica e istituzionale di fare davvero qualcosa di importante per il proprio territorio, a nessuno viene in mente di trincerarsi dietro i propri confini amministrativi, provinciali o politici. Oggi più che mai i problemi sono comuni e per risolverli occorrono strategie collegiali, su vasta scala. L’ambito del Distretto Ceramico è la dimensione minima, in quanto ha la grande peculiarità di essere integrato. Convivono infatti in questa zona imprese che costituiscono tutti i passaggi della filiera produttiva ceramica: produttori di piastrelle, impianti, collanti, collanti e decoratori. Noi dobbiamo essere in grado di preservare tutto questo e di lanciare nuove proposte progettuali e operative che sappiano rispondere ai nuovi stimoli produttivi e occupazionali”.
Alla luce delle considerazioni fatte appare quindi opportuno chiedere ai nostri interlocutori la loro opinione sullo stato di salute del distretto ceramico e, azzardando qualche previsione sul futuro, sapere da loro se l’adozione di tecnologie green potrà costituire un fattore di sviluppo in questo momento congiunturale. “La crisi che è iniziata fin dal 2009 – risponde con toni realistici il sindaco di Fiorano – certamente ha avuto degli effetti durevoli che non sono ancora esauriti: dopo il parziale consolidamento del 2010, il 2011 sembra foriero di preoccupazioni sia per la finanza mondiale sia per l’economia reale, che è indotta ad un clima di stallo dalla situazione di paura diffusa a livello globale. Per la ceramica dopo anni duri si assiste, pur con tutti i problemi del caso, ad una graduale ripresa. Pertanto crediamo che il tema green associato alla qualità dello stile made in Italy possa costituire la sinergia vincente, in quanto il binomio tra sostenibilità ambientale e qualità italiana può diventare, specialmente per il distretto ceramico, un punto di forza che auspichiamo gli consenta di essere sempre un passo avanti rispetto ai paesi concorrenti”. A queste considerazioni si aggiungono quelle del Sindaco di Scandiano: “Stiamo attraversando una svolta epocale per la vita del nostro pianeta, un vero processo di riorganizzazione degli equilibri economico-politici planetari. Anche il nostro distretto ceramico vive una fase di profonda riorganizzazione e trasformazione, e i momenti di difficoltà lasciano filtrare – stando alle stime degli ultimi mesi – una lieve ripresa. Sta a tutti noi consolidare questo timido segnale positivo con politiche integrate, che rendano gli enti locali dei veri facilitatori di interessi per il proprio territorio. La green economy è uno dei pochi settori industriali in attivo nel nostro paese e nella nostra regione ha un indotto produttivo importante, che coinvolge vari ambiti. Si parla di quasi 200 mila occupati in Emilia Romagna. Quando queste tecnologie si applicano al manifatturiero ceramico, i risultati non si fanno attendere”.
Che dire quindi su questa iniziativa che rivela l’anima green di un intero distretto? Si può dirne bene. In primo luogo perché tale evento incarna un caso in cui gli enti locali operano come soggetti attivi nel rilancio del proprio tessuto economico. In secondo luogo perché l’iniziativa mette al centro un tema assolutamente attuale, la cui divulgazione può realmente aiutare le imprese nel processo di innovazione. Infine perché è sicuramente confortante vedere – una volta tanto – diversi enti pubblici e soggetti privati lavorare in modo congiunto ed armonico ad una causa comune, con la coscienza che anche gli ottimi risultati che da essa scaturiranno, andranno a beneficio di tutti quanti.
Proprio questa attitudine ci pare oggi, in una situazione di emergenza economica che accomuna tutti i cittadini, al di là della provenienza territoriale o dell’appartenenza politica, un esempio da elogiare ed imitare.