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La sicurezza del traforo passa per Modena e Reggio

Di 27/07/2010Marzo 15th, 2023No Comments

Si è conclusa con successo la prima fase dei lavori che il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Civile (DIMeC) dell’Università di Modena e Reggio Emilia sta effettuando all’interno del Tunnel del Monte Bianco. Nel mese di giugno il traforo è stato chiuso al traffico per 4 ore per consentire l’effettuazione di misure anemometriche (cioè di velocità dell’aria) finalizzate allo studio ed alla successiva ottimizzazione dei sistemi di ventilazione e aerazione.

Il gruppo di ricerca di fisica tecnica, sotto la direzione scientifica del prof. Giovanni S. Barozzi e la direzione tecnica dell’ing. Paolo Levoni di Mimesis, società spinoff di consulenza specializzata nei settori della fluidodinamica e dell’energetica, ha introdotto nel traforo un’avveniristica struttura in lega leggera di alluminio, a basso impatto aerodinamico, progettata specificamente per sostenere sonde e sensori in grado di fornire dati significativi sulla distribuzione della velocità dell’aria all’interno del tunnel.

“Per la prima volta in Italia – spiega il prof. Giovanni S. Barozzi della facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – è stato affrontato il problema della verifica <in situ> delle effettive condizioni di ventilazione di un traforo di grandi dimensioni (poco meno di 12 km). Il lavoro, commissionato al DIMeC dal GEIE-TMB (Gruppo Europeo di Interesse Economico Traforo Monte Bianco) si inserisce in un articolato piano di attività biennale, volto al miglioramento dei sistemi di aerazione”.

La ricerca rappresenta una delle molteplici azioni che il GEIE-TMB regolarmente intraprende per il continuo incremento della sicurezza all’interno del traforo più importante d’Europa. I dispositivi di aerazione e ventilazione rivestono, infatti, un ruolo fondamentale per la sicurezza all’interno dei tunnel in quanto, oltre a garantire l’apporto di aria fresca e quindi la respirabilità nell’ambiente, sono direttamente responsabili del confinamento dei fumi e della limitazione delle temperature interne in caso di evento.

Il piano di lavoro prevede altre fasi di ricerca di grande rilievo sia scientifico che tecnico. Il DIMeC sta infatti mettendo a punto un veicolo elettrico specificamente progettato, sul quale verrà montata la struttura di sostegno dei sensori, che consentirà, attraversando a velocità controllata i 12 km del traforo, di acquisire misure in continuo e di mappare con precisione i profili di velocità dell’aria all’interno del tunnel. Oltre alle attività sperimentali, sono in corso estensivi studi di simulazione numerica al calcolatore, per meglio comprendere la fenomenologia fluidodinamica delle grandi gallerie stradali.

“L’obiettivo finale di questa fase – spiega l’ing. Paolo Levoni di Mimesis – è particolarmente ambizioso: per la prima volta in Italia, si tenterà la definizione di un modello virtuale dell’intero traforo per riuscire a prevedere il comportamento fluidodinamico dell’intera galleria nella diverse condizioni operative, ordinarie e di emergenza. L’attività di simulazione, svolta in collaborazione con il CINECA di Casalecchio di Reno (Bologna), rappresenta una sfida coraggiosa in quanto darà origine ad uno dei più impegnativi calcoli fluidodinamici mai effettuati in Italia sul tema della sicurezza in galleria”.

Per i complessi aspetti logistici che il lavoro comporta, per il trasporto del materiale, delle strumentazioni e delle apparecchiature il DIMeC si avvale delle competenze di SAIMA Avandero, che ha posto al servizio del progetto la propria riconosciuta professionalità ed esperienza. L’impresa ben rappresenta ed esemplifica le iniziative che il DIMeC e il Centro Interdipartimentale per la Meccanica Avanzata da tempo promuovono e sostengono per portare al servizio del territorio e delle imprese i risultati e le competenze prodotti dalla ricerca accademica.