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Non si finisce mai di semplificare

Di 20/03/2010Marzo 15th, 2023No Comments

matassa2di Patrizia Spaggiari (consulente in formazione)

Qualche mese fa scrissi a proposito dello Small Business Act (SBA), la prima legge organica per le piccole imprese a livello comunitario, con l’obiettivo di ridurre entro il 2012 del 25% i costi amministrativi per le PMI. Questa volta, invece, vorrei parlare del primo rapporto d’attuazione, da poco pubblicato dalla Commissione europea (http://ec.europa.eu), che mette in evidenza i progressi fatti nei 27 Paesi in questo ambito e ciò che invece resta ancora da fare. Lo Small Business Act, che mette in pratica il principio “pensare anzitutto in piccolo” nella gestione delle politiche e degli strumenti tanto a livello europeo quanto nei singoli Stati, è di particolare rilevanza per l’Italia e la sua struttura produttiva storicamente fondata sulle PMI. Nel nostro Paese si trova infatti il più alto numero di piccole e medie imprese di tutta l’UE (circa 4 milioni su un totale di 23) e ciò ha una fortissima incidenza sull’occupazione e sul prodotto interno lordo: l’81% dei lavoratori sono occupati nelle PMI, e la metà del totale in imprese con meno di dieci dipendenti; il 71% del valore aggiunto sul totale delle imprese italiane è prodotto dalle PMI. Cosa dice dunque il rapporto della Commissione?

Da circa un anno l’Atto sulla piccola impresa è in vigore e in tutti i 27 Paesi sono state approvate misure a favore della piccola impresa, secondo i principi di riferimento dello SBA: semplificazione, accesso ai mercati, accesso al credito, promozione dell’attività imprenditoriale, ecc. In Italia il testo approvato per attuare lo SBA è la direttiva per rilanciare le piccole e medie imprese approvata dal Consiglio dei Ministri il 27 novembre scorso. Il testo è frutto di un lavoro promosso dal Ministero dello Sviluppo economico, e contiene diverse novità centrate soprattutto sul tema della semplificazione: l’istituzione di una legge annuale sulle PMI che in un unico testo raccolga le novità per la loro attività; una serie di semplificazioni amministrative, per ridurre gli oneri che gravano sulle PMI; l’attuazione dello sportello unico e la telematizzazione dei rapporti con la PA; il rafforzamento del Fondo di Garanzia e la creazione di nuovi strumenti finanziari per il credito alle piccole imprese; nuovi programmi di sostegno all’innovazione e all’internazionalizzazione; le norme che favoriscano la partecipazione delle PMI agli incentivi statali e regionali; la valutazione dell’impatto economico di leggi e regolamenti sulle PMI, anche attraverso specifiche consultazioni con le associazioni di categoria; le misure per favorire l’accesso delle PMI agli appalti pubblici. Il rapporto della Commissione europea indaga l’intera gamma di misure realizzate negli Stati UE evidenziando che l’area sulla quale si è intervenuti maggiormente ha a che fare con la riduzione del carico amministrativo.

Per fare un esempio significativo, Belgio, Danimarca, Finlandia e Germania hanno introdotto un “test PMI” per verificare che ogni nuova norma sia favorevole alle piccolo e medie imprese. In generale, molti carichi amministrativi inutili sono stati demoliti, con notevoli risparmi per il mondo delle imprese. Tempi e costi medi per iniziare una società a responsabilità limitata privata sono stati ridotti a 8 giorni e a 417 euro in media. Diciotto paesi hanno dato vita a sportelli unici per la creazione di imprese. Inoltre, in seguito alla crisi, a livello comunitario sono state semplificate le regole sugli aiuti pubblici, attraverso il regolamento globale d’esenzione per categoria. Prestiti e finanziamenti della Banca europea per gli investimenti sono aumentati a 11 miliardi e mezzo di euro nel 2009, e sono state approvate norme sui ritardi dei pagamenti oltre la data di scadenza delle fatture: in diversi Paesi il limite è stato fissato a 30 giorni (mentre in Gran Bretagna la PA è ormai impegnata a pagare tutte le fatture in soli dieci giorni!). A quasi 7 miliardi ammonta il risparmio indotto dalle esenzioni introdotte per le micro imprese sugli obblighi di rendicontazione della contabilità.

Una lunga e completa serie di buone prassi sono elencate dal rapporto in diverse aree relative allo Small Business Act: dall’accesso al credito, all’apertura del mercato al settore dei servizi, allo stimolo all’imprenditorialità, attraverso, ad esempio, il nuovo programma europeo “Erasmus per i giovani imprenditori”. Nuove forme di garanzia e controgaranzia sono state introdotte in quasi tutti i Paesi, Italia compresa, per facilitare l’accesso al credito che, nel quadro di crisi, rappresenta il principale scoglio da superare per le piccole imprese. Il nostro Paese ha puntato molto anche sull’internazionalizzazione delle PMI e in quest’area rientra nel gruppo di Stati che hanno maggiormente rinforzato gli aiuti pubblici per la promozione ed il finanziamento delle esportazioni. La nomina di Antonio Tajani a Vicepresidente della Commissione europea dovrebbe aiutare a portare la dimensione della piccola e media impresa al centro dell’attenzione delle politiche europee, con un occhio particolare rivolto al modello italiano.