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Interviste

Di mestiere…vincitrice!

By 18/02/2010Marzo 15th, 2023No Comments

P1010747_700Pochi giorni fa lo Zonta club di Reggio Emilia ha consegnato a Paola Rinaldini di Cantine Rinaldini un premio dedicato ad Amelia Earhart, una donna che è stata protagonista, negli anni ‘30, di eccezionali imprese nel campo dell’aviazione, e che ha rappresentato per anni per le donne di tutto il mondo, la dimostrazione che è possibile tentare le professioni più diverse, e considerate appannaggio dei soli uomini, con fiducia nelle potenzialità femminili. Ad aggiudicarselo è stata Paola Rinaldini, già conosciuta ai lettori di Imprenditori per essere stata la vincitrice del premio Im 2009. Facendole i complimenti riproponiamo l’intervista che rilasciò nel novembre scorso, alla consegna del premio.

Paola, che effetto le ha fatto vincere il Premio Im 2009 come miglior esempio di leadership al femminile, se lo aspettava?

“In realtà no, infatti la sorpresa e l’emozione hanno preso il sopravvento lasciandomi, una volta tanto, senza parole. Per fortuna la consegna del premio è avvenuta a luci soffuse, perché a stento trattenevo le lacrime”.

Secondo lei, cosa ha fatto maggiormente presa sul pubblico: la spontanea genuinità dei suoi modi o il sacrificio (anche fisico) che si evince dal lavoro che svolge quotidianamente?

“So di essere una persona comunicativa e con l’esperienza ho acquisito sempre più sicurezza nelle mie possibilità: questo mi permette di guardare con equilibrio alla concretezza delle cose, tralasciandone l’aspetto superficiale, l’apparenza, che spesso inganna e non ci consente di vedere le cose per quello che sono veramente. Il lavoro fisico, però, è solo un aspetto della mia attività: in realtà per essere leader a 360°, devi essere presente in tutti i momenti”

Paola, lei è leader dentro e fuori le mura domestiche: cosa cambia quando dismette i panni dell’imprenditrice, per indossare quelli di moglie e madre?

“Non cambia praticamente nulla, anche perché io e mio marito abbiamo coraggiosamente deciso di lavorare insieme (così come nostro figlio collabora con noi) e quindi i ruoli spesso si sovrappongono”

Il segreto per una proficua vita professionale, che non metta a repentaglio il rapporto con il partner?

“Tenere separati i momenti di lavoro da quelli privati e soprattutto lasciare fuori dalla porta di casa, i problemi che si sono affrontati durante la giornata: io e mio marito ci siamo imposti di non parlarne più e funziona!”

Lavoro, famiglia, responsabilità e leadership: attorno a quale perno ruota la sua vita?

“Sicuramente il comune denominatore è la famiglia, una presenza necessaria e costante per me. Nella mia vita tutto, compresi gli obiettivi raggiunti professionalmente, ruota attorno alla famiglia: a partire da mio padre, a cui va il merito di avermi lasciato spazio in azienda, quando avrebbe potuto tenerlo per sé, dimostrando lungimiranza e grande umiltà. Così come, senza mio marito e mio figlio, niente di quello che viene fatto in azienda, sarebbe possibile; a loro va tutta la mia riconoscenza e il mio affetto”.

Parliamo di leadership: qualche differenza tra uomini e donne dobbiamo ammetterlo, c’è: secondo lei siamo opposti che si attraggono o che sono destinati a respingersi?

“Le differenze, è indubbio ci sono, diciamo che un pregio femminile, quando si parla di leadership, può essere riconosciuto in una maggiore sensibilità: paradossalmente, mentre per i maschi questa caratteristica viene confusa con la debolezza, per noi donne è soltanto un modo diverso di approcciare le cose, vissute con maggiore trasparenza, correttezza e genuinità. Se per gli uomini essere leader, equivale a dirigere in modo carismatico e senza porsi troppi interrogativi, d’altra parte noi donne dobbiamo riconoscerci un grande limite, cioè quello di voler analizzare le cose da troppi punti di vista, correndo quindi il rischio di complicare anche quelle più semplici”.

Come ha conciliato, nel tempo, il ruolo di madre e quello di imprenditrice?

“Con fatica e qualche senso di colpa: vede, noi donne abbiamo il grande pregio di riuscire ad essere presenti su più fronti e di saper viaggiare più veloci degli uomini, se vogliamo: tuttavia dalle donne spesso si pretende (anche a giusta ragione) che prima o poi ricoprano il ruolo di madre, ma questo richiede tempo e tanta dedizione. Se una donna decide di intraprendere una carriera importante, questo ruolo in parte va sacrificato e non tutti sono in grado di comprenderlo: una cosa però l’ho imparata e cioè che non è tanto importante “quanto” tempo dedichi alla famiglia, ma che è la qualità di quello stesso tempo, a fare veramente la differenza.