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Una metropoli in cui i numerosi stili evocati si fondono armoniosamente dando luogo all’espressione concreta di una continua volontà di rinnovamento.
Barcellona è soprattutto la città di Gaudì (1852-1926), massimo esponente del Modernismo catalano basato principalmente su forme naturali. La sua esigenza è quella di creare un’arte irreale, fantastica, strumento della metafisica attraverso il quale accedere ed esplorare il mondo più profondo dell’inconscio, del nostro Io.
Nella sua dimensione creativa, l’intuito e la fantasia si intrecciano alla ragione, il suo linguaggio trabocca di una religiosità semplice e di una sacrale devozione per la natura che emerge non solo negli elementi decorativi ma nella struttura stessa degli edifici.
Il suo massimo capolavoro è la Sagrada Familia, iniziata nel 1883 e tutt’oggi in fase di costruzione.
Nessuna dettagliata e minuziosa descrizione o fotografia prepara all’impatto visivo dal vero di questa splendida chiesa considerata, oggi, l’ottava meraviglia del mondo.
Le due facciate di aspetto neogotico, quella della Natività e quella della Passione, denotano il grande amore dell’architetto per la natura e la devozione alla sacralità. Le alte torri coronate da cuspidi di forma geometrica coperte di ceramiche dai colori vivaci, sono probabilmente influenzate dal Cubismo mentre le numerose ed elaborate decorazioni riconducono senza dubbio allo stile dell’Art Nouveau.
Altro grande artista catalano, Joan Mirò (1893-1983) che a differenza di altri surrealisti propone immagini positive. Narratore di sogni che con la sua fantasia sfrenata sembra evocare le stesse necessità di Gaudì. Questa è Barcellona. Dice G. C. Argan a proposito di Gaudì: “Anche la città, come la immaginano i primi urbanisti, è utopia: concreta è la città vivente, nel suo caso Barcellona. Astratto è lo spazio, concreto il luogo: l’intensità plastica e coloristica delle forme di Gaudì dipende dal fatto che sono immaginate per quel sito, quella luce, quella gente”.