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Artista_ Nadine Shah
Album_ Holiday destination
Etichetta_ 1965 Records
Anno_ 2017
“Come farai a dormire stanotte?” è una di quelle frasi che possono significare una cosa e il loro esatto contrario. Ed è anche la domanda che martella il cuore di Holiday destination, scritta da Nadine Shah dopo aver assistito alle reazioni infastidite dei vacanzieri sull’isola di Kos alla vista del loro paradiso agostano turbato dalla presenza dei migranti. Uno sguardo alla folla in fuga dallo stress (“Come farete a chiudere occhio?”) e uno all’altra moltitudine, quella per cui partire è stato un modo per sopravvivere: “Avrete un tetto sotto cui ripararvi stanotte?”. Una domanda, due visioni agli antipodi e nessuna risposta: non è forse un racconto perfetto dei tempi in cui viviamo?
Di Nadine Shah si era già parlato su queste pagine all’epoca del suo esordio: la sua voce densa e scura – miele di castagno e noccioline – e una teatralità innata rendevano Love your dum and mad molto più di una promessa. Tra quei solchi, però, c’era anche una capacità non comune, forgiata dalla necessità, di prendere temi scomodi e farli materiale per una canzone pop: allora si parlava di salute mentale, mentre qui si raccontano i pericoli di un mondo senza coscienza, governato da chi ama circondarsi di Yes men. “Mi dite: ‘Togliti di mezzo’, ma dove vorreste che andassi? Sono di seconda generazione, non lo sapete?,” canta in Out the way, portando in scena la sua vita.
Ne esce un disco tutt’altro che consolatorio: spigoloso e urgente, Holiday destination è un flusso di bassi pulsanti e sax che si contorcono, memore delle pagini migliori del post-punk eppure non così urticante da respingere chi ascolta. Un disco pieno di domande, a cui prima o poi saremo chiamati a dare risposta.