> di Tatiana Salsi
Da cosa nasce la scelta di aprire un acceleratore di startup?
La decisione di far nascere b-ventures parte dal desiderio di offrire competenze imprenditoriali, e ha preso forma dal successo di Buongiorno, startup nata nel 1999 e acquistata nel 2012 dal colosso giapponese della telefonia Ntt Docomo. b-ventures è dunque nata un po’ per la soddisfazione che arrivava dai risultati ottenuti, un po’ per la necessità di creare un circolo di energie che permettesse a giovani brillanti di ripercorrere la nostra strada, offrendo competenze acquisite con anni di lavoro e un efficiente network internazionale.
Come avviene la selezione delle startup su cui puntare?
Ci sono due modi diversi. La prima è la call for application, un’esortazione a inviare i propri progetti online e su tutti i canali social attivi. Le descrizioni vengono filtrate fino alla selezione dei progetti più validi e dei team più solidi e competenti. Le persone sono molto importanti, e quindi cerchiamo di organizzare video-call per capire motivazione, disinvoltura e determinazione di chi propone un progetto. Selezioniamo una decina di startup per una giornata di presentazione (due appuntamenti all’anno), in cui i team introducono il loro progetto a investitori, imprenditori e venture capital della rete di Buongiorno. Ogni anno sei startup entrano nel nostro programma in questo modo. La seconda possibilità di selezione è opportunity based: se incontriamo un progetto davvero accattivante lo abbracciamo subito. Oggi sono circa dieci le startup in pancia e sono seguite molto, non solo per il supporto logistico ma anche con la professionalità dei nostri manager.
Ogni startup ha il suo piano marketing. Ma come si promuove un acceleratore?
Siamo presenti su tutti i canali social e comunichiamo quotidianamente le novità su b-ventures e sulle startup che ospitiamo. Abbiamo oltre 10mila fan su Facebook. Si tratta di un’operazione fondamentale: l’ambiente delle startup è sempre in fermento e noi cerchiamo di essere presenti per renderci visibili e conosciuti dagli investitori.
Che ritorno ha un acceleratore dal sostenere una startup?
Si tratta di un ritorno prevalentemente qualitativo: b-ventures, infatti, nasce dentro un’azienda già esistente. Vogliamo dare valore alla professionalità e sviluppare un confronto sui temi tecnologici: il ritorno sta nei modi di vedere le cose, nel nuovo approccio alle tecnologie. In più abbiamo quote dentro le varie startup, quindi il loro successo è anche un nostro risultato.